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La fecondazione assistita porta un rischio doppio di gravi complicazioni alla nascita |
Concepimento - Articoli | |||
Scritto da Letizia Perugia Martedì 14 Gennaio 2014 14:09 | |||
Mettere alla luce un bambino è il sogno di moltissime coppie, ma vi sono casi in cui il desiderio non si realizza, in tali circostanze è quasi naturale affidarsi al concepimento assistito o fecondazione assistita.
La brutta notizia è che quando si opta per questa scelta vi è un rischio di due volte maggiore rispetto a un concepimento normale, di gravi complicazioni alla nascita tra cui il parto prematuro, il basso peso alla nascita o peggio, il feto morto o la morte neonatale.
Lo hanno dimostrato i ricercatori prevenienti dalla University’s Robinson Institute che hanno confrontato i risultati di oltre 300mila nascite nell’Australia del sud, per in periodo di circa diciassette anni. Tra queste nascite, oltre 4.300 erano frutto di fecondazione assistita, sono state prese in considerazione diverse tecniche come la fecondazione in vitro (IVF), l'iniezione intracitoplasmatica di sperma (ICSI), l'induzione dell’ovulazione e la criosconservazioni degli embrioni.
Il professor Michael Davies dell’Università Robinson Institute di Adelaide, autore dello studio spiega che rispetto ai concepimenti spontanei in coppia con nessun record di infertilità, principale, i bambini provenienti da fecondazione assistita avevano quasi il doppio delle probabilità di nascere morti, più di due volte in più la probabilità di essere prematuri, quasi tre volte in più la probabilità di avere un basso peso alla nascita, e due volte di più di morire entro i primi 28 giorni dalla nascita.
Questi allarmanti dati possono variare a seconda del tipo di fecondazioni assistita: chi ha seguito la tecnica della fecondazione in vitro, ha avuto nella stragrande maggioranza dei casi peso basso alla nascita, parto pretermine e morte neonatale.
In misura minore, queste condizioni si sono verificate anche con la tecnica dell’iniezione intracitoplasmatica di sperma (ICSI).
Utilizzando la criosconservazioni degli embrioni, gli effetti negativi dell’iniezione intracitoplasmatica di sperma venivano quasi annullati del tutto.
Con la fecondazione in vitro, rimanevano comunque. Con la congelazione degli embrioni è stato associato un maggior rischio di macrosomia (sindrome bel bambino grande).
Lo studio, pubblicato sulla rivista "PLoS ONE", mette dunque in evidenza come, nonostante la scienza abbia fatto passi da gigante in fatto di fecondazione assistita, ancora molte ricerche devono essere condotte per ridurre al minimo il rischio di complicazioni alla nascita.
La ricerca è la più completa nel suo genere mai effettuata al mondo, questo perchè eseguita sull'analisi di oltre trecentomila nascite in Australia per un periodo di diciassette anni.
La "Human Fertilisation and Embryology Authority" (HFEA) britannica a rendere nota la nuova scoperta come avvertimento per tutte le coppie intenzionate a sottoporsi a tali trattamenti.
Alcuni ricercatori puntano il dito contro i farmaci utilizzati per stimolare l’ovulazione, accusati di alterare in un certo senso la “qualità” degli ovuli.
Altri propongono come spiegazione l’età più avanzata rispetto al normale delle donne che si sottopongono alla fecondazione assistita per mettere alla luce il proprio bambino.
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