Il tumore alla prostata è uno delle forme più diffuse di questo male, colpisce solitamente sopra i 45 anni e rappresenta il 15% dei casi diagnosticati all'uomo: ogni anno saremmo poco più di 23.500 i nuovi affetti da questa patologia. Per fortuna, non è uno dei più letali, tanto che, se si interviene il tempo, la probabilità di eliminarlo diventa quasi certezza. Alcuni ricercatori americani e angolsassoni sembra siano riusciti a mettere a punto un vaccino in grado di curare questo tumore.

Il vaccino è stato ricavato da tessuto sano di prostata umana, e il test che è stato fatto, al momento, solo su animali, sembra non aver evidenziato alcun effetto collaterale, almeno apparente. Lo studio è stato pubblicato su Nature Medicine, e se dovesse rivelarsi efficace e senza effetti collaterali anche in una eventuale sperimentazione sull'uomo potrebbe salvare molti pazienti dalla lotta a questo male.

I ricercatori della Mayo Clinic di Rochester, insieme ai loro colleghi inglesi, hanno assemblato parti di codice genetico proveniente da tessuto prostatico sano in una libreria complementare (cDNA), e li hanno inseriti in un virus di stomatite vescicolare (VSV), coltivandoli e successivamente iniettandoli per endovena ai topi.

Le ipotesi avanzate dagli studiosi parlano di possibili sperimentazioni cliniche nel giro di un paio di anni, ipotizzando anche che lo stesso vaccino potrebbe essere utilizzato contro i melanomi o altri tipi di cancro particolarmente aggressivi: ai polmoni, al cervello o al pancreas. A questo punto bisognerà aspettare ulteriori risultati e riscontri nella speranza che le notizie siano migliori di quanto ci  si possa aspettare.