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La causa dell'anoressia potrebbe essere genetica |
Benessere - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Lunedì 16 Settembre 2013 14:52 |
Oltre tre milioni di persone, quasi tutte di sesso femminile, soffrono di anoressia soltanto in Italia: 8-10 ragazze su 100, giovanissime che sfiorano a malapena i dodici anni di età. Uno studio dello Scripps Translational Science Institute, California, mette in evidenza come le cause dell’anoressia possano essere genetiche, nello specifico lo studio dello Scripps ha analizzato l’andamento del Dna nelle ragazze che presentavano la patologia.
Quello che emerge è che il comportamento del gene EPHX2 è legato alla sintetizzazione del codice del metabolismo del colesterolo e in questi casi, dove la patologia era ormai conclamata, era difettoso e quindi portava scompensi nel funzionamento del metabolismo della persona.
Dopo studi condotti su circa 1200 pazienti anoressiche e 1948 persone sane, gli studiosi hanno riscontrato nel gruppo affetto dal disturbo alimentare una variazione del gene EPHX2, responsabile della sintesi di un enzima che regola il metabolismo del colesterolo, causando disfunzioni anche nel tono dell’umore. Un dato coerente con gli alti livelli di colesterolo tipici dei pazienti anoressici. Secondo i ricercatori si tratterebbe di un grande passo in avanti nella comprensione di questa malattia, che offre spunti importantissimi per gli scenari futuri del suo trattamento.
Il professor Nicholas J. Schork del TSRI, per venire a capo del problema, ha lavorato insieme a un valido team internazionale di collaboratori che rappresentano oltre 20 istituti di ricerca.
Per condurre tale ricerca sono state utilizzate le informazioni genetiche di oltre 1.200 pazienti malati di anoressia e più di duemila persone sane.
Gli istituti di ricerca che hanno aderito allo studio di Schork hanno potuto notare che la stragrande maggioranza di pazienti malati di anoressia evidenziavano varianti del gene EPHX2, con livelli elevatissimi di colesterolo nel sangue, pur essendo iponutriti.
Tali interessanti risultati, già pubblicati online nella rivista "Molecular Psychiatry", meritano comunque delle ulteriori conferme e sarà necessario sviluppare cure che possano davvero risolvere la causa del problema.
Recenti studi di neuro-imaging inoltre, condotti a Padova attraverso risonanza magnetica cerebrale sul paziente, permettono di rilevare quali danni anoressia e bulimia rechino al cervello e alle sue funzioni e come vengano modificate le reti cerebrali. Ne è emerso che esiste nelle pazienti una alterazione a livello cerebrale che coinvolge le capacità visive e porta a una percezione del corpo distorta.
Ciò che è stato rilevato è un difetto della memoria visiva: le pazienti anoressiche non memorizzano i cambiamenti della loro immagine allo specchio, ma enfatizzano la loro sensazione interiore, continuando a sentirsi grasse anche quando gravemente emaciate.
Fonte: Molecular Psychiatry |
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