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Cefalea, nuove linee guida per prevenzione e terapia |
Benessere - Articoli |
Scritto da Carmela Pelaia Lunedì 25 Giugno 2012 08:45 |
L'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha inserito la cefalea tra le 20 patologie più invalidanti per le donne tra i 15 e i 45 anni. Molte ricerche hanno dimostrato come l'emicrania, la forma più diffusa di cefalea, che si manifesta con un dolore pulsante spesso su un unico lato, nausea, vomito e ipersensibilità alla luce e ai rumori, colpisca circa il 15-18% delle donne ed il 6% degli uomini, con un picco di incidenza tra i 25 ed i 55 anni.
Per la prevenzione e la terapia della cefalea cronica ora sono in arrivo le linee guide nazionali a cura dell'Age.Na.S., l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, la quale rivela che è anche un costo dell'80% dell'intera spesa sanitaria. La cefalea, infatti, rappresenta circa il 5% delle visite per le cure primarie ed il 30% delle visite specialistiche neurologiche. In Italia, il costo stimato si aggira intorno ai 6 miliardi di euro l'anno. Gli attacchi di cefalea hanno una durata variabile, da poche ore a diversi giorni, e possono essere molto disabilitanti, tanto da comportare l'interruzione delle normali attività quotidiane. Il carattere invalidante, non a caso, ne fa una malattia sociale, con costi economici piuttosto elevati. Tra gli obiettivi della linea guida stilata dall'Agenas, infatti, c'è l'aggiornamento dello specialista che si confronta quotidianamente con questa patologia, ma anche la formazione del medico di base nel riconoscere e trattare precocemente i sintomi della cefalea. Questa patologia, infatti, sebbene sia estremamente diffusa, è troppo spesso sotto diagnosticata e sotto trattata. Secondo l'Agenas l'educazione e l'aggiornamento dello specialista e la formazione del medico di medicina generale nel riconoscere e trattare precocemente l'emicrania non complicata sono obiettivi prioritari. 'In particolare – afferma Gennaro Bussone, presidente dell'Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee – occorre assicurare l'appropriatezza degli interventi, riducendo il più possibile quella parte di variabilità nelle decisioni cliniche che è legata alla carenza di conoscenze e alla soggettività nella definizione delle strategie assistenziali'. Ed è qui che intervengono le linee guida. Tramite un approccio multidisciplinare sono stati messi a punto questionari da somministrare ai pazienti e che aiutano il medico ad inquadrare il tipo di dolore, a fare una diagnosi certa e suggerire la terapia più appropriata. |
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