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La pennichella dopo pranzo non si fa, è pericolosa per le arterie |
Benessere - Articoli |
Scritto da Carmela Pelaia Lunedì 28 Maggio 2012 08:30 |
Quella cara vecchia abitudine che hanno gli italiani di dormicchiare dopo un buon pranzo, così riposante e necessario per ricaricare le batterie e finire la giornata nel migliore dei modi, la cara pennichella insomma, sembra che non sia così salutare come si pensava finora. Secondo gli esperti, infatti, sarebbe meglio sostituire la classica pennichella con una bella passeggiata, o comunque non restando fermi. Fare una piacevole camminata a passo svelto per 30 minuti, infatti, ha picchi di trigliceridi meno alti rispetto alle persone sedentarie.
Uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Reading che, in occasione dell'80° Congresso Europeo di Arteriosclerosi in corso proprio in questi giorni a Milano, dimostra come dormire subito dopo il pranzo non solo aumenterebbe il senso di pesantezza, ma anche il rischio di intasare le arterie. Alberico Catapano, docente di Farmacologia all'Università di Milano e, dal prossimo anno, presidente della Società europea di arterosclerosi (Eas) spiega che "il pranzo può causare un picco di trigliceridi dopo un'ora dal pasto, fino al 300% rispetto ai valori a digiuno: è un fenomeno dovuto agli acidi grassi liberi che vengono rilasciati dal tessuto adiposo contribuendo così ad aumentare il rischio di malattie cardiache e problemi coronarici". Dalla ricerca, inoltre, è emerso come un'attività aerobica moderata dopo il pranzo (esercizi basati sulla durata e sulla resistenza e non sulla potenza muscolare) aiuti a tenere lontano le malattie cardiovascolari (ipertensione, coronaropatie, disfunzioni cardiache e infarto), che sono sempre più diffuse, tanto da essere all'origine del 40% dei decessi. Senza dimenticare che sono causa anche di disabilità di lunga durata. L'interesse per la ricerca nasce anche dal fatto che in Italia, paradiso della dieta mediterranea, ci sono circa 6 milioni di persone che hanno problemi cardiovascolari oppure sono ad alto rischio per episodi cardiaci pericolosi. Tra queste circa 2 milioni sono state colpite in passato da un infarto o da un altro evento cardiovascolare. La condizione di obesità o di sovrappeso, come si può immaginare, potrebbe peggiorare la situazione. |
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