Uno studio, pubblicato su Neurology, rivista dell'Accademia Americana di Neurologia, condotto da un gruppo di ricerca coordinato dall'università della California a Berkeley, ha identificato i test che prevedono meglio se una persona con problemi cognitivi potrebbe sviluppare l'Alzheimer.

I due test individuati sono la tomografia a emissione di positroni (Pet Scan) del cervello e il test di memoria episodica, un esame dove i partecipanti devono ricordare una lista di parole.

Il più pericoloso tumore della pelle, il Melanoma, finalmente ha scoperto le sue carte: ora si potranno creare dei farmaci che colpiscono le cellule zero dando la possibilità di eliminare il tumore alla sua radice.

I ricercatori che hanno il grande merito di questa scoperta sono diretti da Alexander Boiko e Irving Weissman della Stanford University School of Medicine in California.

Secondo una ricerca della Coventry University (Gran Bretagna) diretta dal dottor Rob James e presentato all'annuale riunione dell'Experimental Biology, la caffeina potenzia i muscoli, migliorando così le prestazioni atletiche.

Gli scienziati hanno preso in esame sia la forma massimale, quando il muscolo è spinto al limite della capacità, sia la forza sub-massimale, che copre tutto il resto specie la resistenza.

Era stata considerata finora una leggenda popolare, ma a dare valore scientifico alla teoria secondo cui il veleno degli insetti possa contrastare gli effetti dell'artrite è ora una ricerca dell'Università brasiliana di São Paulo di cui dà notizia il quotidiano inglese Daily Telegraph.

Il veleno delle api può diminuire il dolore dovuto all'artrite e in qualche caso addirittura prevenire la malattia.

Una ricerca dell'Università degli Studi di Milano e dell'Istituto Mario Negri, diretta dal dottor Angelo Poletti  che sarà prossimamente pubblicata da "Human Molecular Genetics" sostiene che,  una microproteina, HspB8 ( già nota perché ripara i danni cellulari ), sarebbe in grado di eliminare le tossine che causano la SLA (sclerosi laterale amiotrofica).

La SLA colpisce in maniera progressiva i motoneuroni,  ovvero le cellule nervose che comandano i muscoli e quindi attività vitali come movimento, linguaggio, deglutizione e respirazione.