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L'origine dell'intolleranza ai cibi forse è colpa della psiche |
Benessere - Alimentazione |
Scritto da Tatta Bis Martedì 18 Febbraio 2014 13:07 |
Le intolleranze alimentari, anche dette "reazioni avverse" dell'organismo a uno o più cibi che interessano ad oggi un adulto su cinque, potrebbero essere dovute a motivi di natura psicologica: questa è la tesi sostenuta da Edi Salvadori, psicopedagogista.
Salvadori afferma che il rifiuto di un cibo può essere collegato ad un'emozione non riconosciuta e riconducibile all'alimento stesso e alla rimozione del blocco emotivo, il sintomo scompare.
Nella sua esperienza professionale, spiega Salvadori, si è accorta che le intolleranze alimentari nascono dalla nostra incapacità di ascoltarci, di ascoltare i nostri desideri più profondi, di dare fiducia alla saggezza antica del nostro corpo. L'esperta ci fa anche degli esempi: l'intolleranza alla mela sarebbe legata al senso di colpa, quella al latte ad una figura materna ansiosa (per paura del distacco, perché ha vissuto un aborto, ha subito violenze, per proteggere la prole) o assente (perché presa dai suoi problemi lavorativi, esistenziali, dai suoi disagi relazionali).
L'intolleranza al glutine sarebbe correlata con la difficoltà di instaurare relazioni stabili e la paura di rimanere "invischiati", soprattutto nel contesto familiare, quella al prezzemolo con la difficoltà di porre dei confini tra i propri bisogni e quelli degli altri e quella alla carne con uno stile di vita frenetico e caotico.
Esiste anche l'intolleranza al cioccolato, che se è fondente secondo Salvadori è sinonimo di una vita sessuale vissuta come senso del dovere e non del piacere, se al latte invece è la manifestazione di un bisogno di coccole e di dolcezza.
Le intolleranze alimentari, aumentate a dismisura nell’ultimo decennio, sempre più facilmente individuate grazie ai progressi della medicina.
Esistono patologie antiche e altre che sono emerse o sono state riconosciute solo negli ultimi anni, come le cosiddette intolleranze alimentari, spessoo confuse con le più classiche allergie ad alcuni alimenti.
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità riferiscono che il 7,5-8% dei bambini e il 2% della popolazione adulta soffrono di "reazioni avverse" ad uno o più cibi’ che si manifesta con sintomi esclusivamente gastrointestinali: dolori addominali, crampi, diarrea, vomito.
Al contrario delle allergie classiche, nelle reazioni avverse non c’è coinvolgimento del sistema immunitario e rilascio di istamina e la terapia si basa principalmente sull’eliminazione dell’alimento dalla dieta. Naturalmente questa teoria non è stata ancora provata scientificamente.
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