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Chi mangia vegetariano vive di più e meglio |
Benessere - Alimentazione |
Scritto da Tatta Bis Mercoledì 05 Giugno 2013 17:51 |
Chi segue una dieta vegetariana è a più basso rischio di morte per le diverse malattie, e in particolare per quelle cardiovascolari. Questo è stato provato da un nuovo studio riportato su "JAMA Internal Medicine". Era stato già suggerito da precedenti studi che la protezione offerta dalla dieta vegetariana si riferisce a diverse malattie croniche e potenzialmente mortali come, per esempio, l'ipertensione.
In questo nuovo studio, è stata posta l'attenzione sulla riduzione del tasso di mortalità per tutte le cause. Ill dottor Michael J. Orlich e colleghi della Loma Linda University in California hanno analizzato i casi di morte per tutte le cause e per causa specifica di oltre 73 mila uomini e donne.
Dopo aver raccolto le risposte a un questionario sulle abitudini alimentari e la dieta seguita dai partecipanti allo studio, i ricercatori hanno diviso i volontari in cinque distinti gruppi: i non-vegetariani (o onnivori), i semi-vegetariani, i pesco-vegetariani (ossia quelli che di animale mangiano solo pesce, compresi i frutti di mare), i lacto-ovo-vegetariani (quelli che mangiano anche uova e latticini) e, infine, i vegani (quelli che non mangiano alcun prodotto di origine animale). I risultati finali hanno mostrato che durante il periodo medio di follow-up, di quasi 6 anni, ci sono stati 2.570 decessi. Il tasso di differenza tra le morti avvenute tra gli onnivori e i quattro gruppi di vegetariani variava da uno 0,88 per cento a un 12 per cento, con una maggiore riduzione di questo tasso di mortalità tra i vegetariani.
Sebbene la causalità non sa del tutto chiara, è risultato evidente che vi era una maggiore riduzione del rischio di morte tra le persone che seguivano una dieta vegetariana. In più, l’associazione sembra favorire gli uomini, piuttosto che le donne, con una significativa riduzione nella mortalità per malattie cardiovascolari, ischemie e altri eventi cardiaci.
I ricercatori concludono, visti i dati, che vi è un'associazione tra la dieta vegetariana e la riduzione del rischio di morte per le diverse malattie croniche, rispetto alla dieta onnivora. La ricerca è della Loma Linda University, diretta dal dottor Michael Orlich. Gli esperti della Loma Linda hanno lavorato con 73.308 Avventisti del Settimo Giorno, residenti negli USA ed in Canada.
Concentrandosi su questi casi, i ricercatori hanno scoperto come, i vegetariani avessero una probabilità di morte inferiore del 12% rispetto agli altri, ed il fenomeno era più evidente negli uomini. Questi, rispetto ai non vegetariani, avevano minore probabilità di morire per malattie cardiache, soprattutto per ischemia. Si possono spiegare questi risultati se si pensa che i vegetariani tendevano più spesso ad abitudini sane: esercizio fisico, niente (o poco) fumo od alcol, peso minore, maggiore cura generale della salute. Lo studio ha suscitato molte reazioni e commenti: secondo alcuni, il merito è nelle fibre, che apportano diversi benefici alla salute.
La ricerca della Loma Linda è stata oggetto di un editoriale, firmato del dottor Robert Baron che nel testo, sostiene che la dieta vegetariana sia scelta soprattutto per i vantaggi concreti piuttosto che per convinzioni etiche o religiose.
Per questo, secondo Baron, nonostante le autorità nutrizionali possano non concordare sul bilanciamento di nutrienti nella dieta ideale, e la presenza di carne ed altri cibi specifici, virtualmente tutti concordano come le diete dovrebbero limitare zuccheri e bevande zuccherate, cereali raffinati, grandi dosi di grassi saturi e acidi grassi trans. |
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