Chissà quante volte, in prossimità di esami ci siamo sentiti dire che era il caso di assumere del fosforo per rinforzare la memoria!

Ebbene, secondo uno studio italiano pubblicato sul Journal of American Society of Nephrology, una dieta ricca di fosforo peggiora le condizioni dei reni. In realtà il problema non è il fosforo in sé, ma il suo utilizzo su soggetti con reni non sani.

Lo studio italiano, condotto dai gruppi di Carmine Zoccali (a Reggio Calabria) e di Giuseppe Remuzzi (Istituto Mario Negri di Bergamo) ha analizzato i dati di 331 pazienti affetti da insufficienza renale e ha dimostrato che alti livelli di fosforo si associano a una perdita più rapida della funzione renale e che riduce significativamente anche la risposta a una categoria di farmaci che proteggono il rene, gli Ace-inibitori.

Diego Brancaccio, presidente della Fir (Fondazione Italiana del Rene) spiega che durante una giornata sarebbe bene non superare i 1.000 mg di fosforo e  che superati i 4,5 milligrammi di fosforo per decilitro di sangue scatta l’allarme rosso.

Nel nostro paese circa il 13 per cento degli adulti soffre di una qualche forma di insufficienza renale, di conseguenza, anche se non bisogna demonizzare questa sostanza, è bene tenere a mente il consiglio degli esperti e ridurre per quanto possibile il consumo di fosforo, in particolare per le persone predisposte a patologie renali.

Oltre al pesce, gli alimenti ricchi di fosforo sono vari: fegato, uova, pane integrale, yogurt, formaggi, birra, cioccolata, panna, gelati, legumi, soia, orzo e noci. Quindi per le persone a rischio sarebbe consigliabile controllare la percentuale di fosforo presente nei cibi acquistati al fine di non aggravare la loro salute.