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Fast food: insieme ad hamburger e patatine, una pillola anticolesterolo |
Benessere - Alimentazione |
Scritto da Angela Messina Venerdì 13 Agosto 2010 14:38 |
McDonald's, Burger King e gli altri fast-food potrebbero presto offrire, assieme ad hamburger e patatine fritte, anche pillole anticolesterolo, per ridurre i rischi di complicazioni cardiache.
È la proposta, provocatoria, di Darrel Francis e del suo team di ricerca dell'Imperial College London, che in un articolo pubblicato sull'American Journal of Cardiology ha descritto i risultati delle osservazioni su 43 mila persone con il colesterolo alto ed è arrivato alla conclusione che basterebbe una dose di statine per annullare gli effetti di una dieta come quella documentata da Morgan Spurlock, nel docu-film Super Size Me, a base di panini, bibite gassate e patatine fritte. La pillola potrebbe essere servita assieme a sale, pepe e ketchup, per invogliare gli avventori ad inghiottirne una al termine del pasto.
Come spiega il dottor Francis le statine non eliminano tutti gli effetti dei burger e del fritto, sarebbe meglio eliminarli del tutto, ma in termini di calcolo delle probabilità di avere un infarto, assumere delle statine può ridurre il rischio più o meno allo stesso modo in cui mangiare fast food lo aumenta. La gente mangia nei fast food pur sapendo di sbagliare, quindi ha senso ridurre i rischi. Costerebbe pochi centesimi, non di più di una bustina di ketchup. Insomma, la stessa cosa che aggiungere il filtro alle sigarette o mettere la cintura di sicurezza. I giovani che hanno livelli anche lievemente elevati di colesterolo hanno probabilità più alte di sviluppare aterosclerosi coronarica nell'età adulta. A sostenerlo uno studio, durato 20 anni, condotto dall'University of California di San Francisco (Usa) e pubblicato sull'Annals of Internal Medicine. I risultati indicano che i livelli di colesterolo nel sangue della maggior parte dei giovani adulti tra i 20 e i 30 anni sono associati a danni di arterie e coronarie che si accumulano nel tempo e persistono durante la mezza età. Lo studio ha seguito 3.258 uomini e donne dai 18 ai 30 anni con misurazioni ripetute di lipoproteine a bassa e ad alta densità (LDL e HDL) e trigliceridi. Il calcio presente nell'arteria coronaria, indicativo della formazione di placche aterosclerotiche, è stato misurato da una TAC quando i partecipanti avevano circa 45 anni. Dallo studio è emerso che anche i giovani che avevano livelli di colesterolo lievemente più alti della media avevano un più alto rischio cardiovascolare. Di solito non ci si preoccupa troppo del rischio di malattie cardiache fino a quando non si arriva alla mezza età, spiega Marco Pletcher, docente di Epidemiologia e Biostatistica all'UCSF e principale autore dello studio, tuttavia, i nostri dati dimostrano che la giovinezza è un momento importante perché il danno permanente inizia ad accumularsi già a questa età. Fonte: Primapress.it |
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