Articoli
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Scritto da Maria Ida Longo
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Martedì 05 Aprile 2011 17:48 |
![Leggi tutto...](/cache/multithumb_thumbs/b_450_0_0_1___images_stories_loghini_cuore.jpg) Uno studio eseguito dai ricercatori della Emory University e presentato al meeting dell'American College of Cardiology, mette in luce che la carenza di vitamina D mette a rischio le arterie, che perdono la loro elasticità causando quindi porta innalzamento della pressione e maggior rischio cardiovascolare. Per arrivare a queste conclusioni, gli scienziati hanno preso in esame 554 persone sane intorno ai 47 anni d'età verificando il tasso di vitamina D nel sangue: nel 14% dei casi, questa vitamina era sotto i 20 nanogrammi per millilitro, mentre nel 33% risultava sotto i 30, tutto questo dopo aver valutato l'elasticità dei loro vasi sanguigni sia a riposo che sotto stress.
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Articoli
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Scritto da Maria Ida Longo
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Martedì 05 Aprile 2011 16:39 |
![Leggi tutto...](/cache/multithumb_thumbs/b_450_0_0_1___images_stories_loghini_cervello.jpg) Un decisivo passo avanti si è fatto per combattere l'Alzheimer, la notizia arriva da una importantissima ricerca, una delle più grandi a livello europeo fin ad ora compiuta sull'argomento e pubblicata sulla rivista scientifica "Nature Genetics": la coperta è stata quella di individuare altri cinque nuovi geni collegati allo sviluppo della malattia , oltre gli altri cinque che si conoscevano già. In realtà gli studi effettuati sono stati due: nella prima ricerca, finanziata dall'Istituto Nazionale Usa della Salute e condotta in 44 università e istituti di ricerca, gli esperti analizzando i dati genetici di 54mila soggetti, di cui 20mila malati di Alzheimer, hanno scoperto altri 4 nuovi geni coinvolti nello sviluppo della malattia.
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Articoli
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Scritto da Angela Messina
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Martedì 05 Aprile 2011 09:20 |
![Leggi tutto...](/cache/multithumb_thumbs/b_450_0_0_1___images_stories_loghini_cellule_cancro.jpg) La lotta al cancro al seno non si arresta e si apre una speranza per combatterlo. Una novità importante per la cura dei tumori alla mammella arriva dai laboratori dell 'Istituto nazionale Tumori Regina Elena di Roma. Una ricerca approfondita ha dimostrato quanto sia importante nel tempo fare ulteriori test per valutare lo status del recettore HER2, proteina associata a un tumore molto aggressivo, anche sul tumore metastatico. Nello studio, pubblicato su Clinical Cancer Research, i ricercatori IRE hanno osservato che l'espressione del recettore HER2, dal tumore primitivo alla metastasi, può subire modificazioni sia da negativo a positivo sia viceversa. Lo studio è stato condotto su 137 pazienti trattate chirurgicamente per carcinoma mammario e ha dimostrato che l’espressione di HER2 si modifica nel 12% delle metastasi. Nel 25% dei tumori alla mammella sulla cellula tumorale è presente un recettore che dà un impulso alla sua crescita: i tumori HER2 positivi crescono molto più in fretta rispetto a tumori negativi per il recettore.
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Articoli
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Scritto da Maria Ida Longo
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Lunedì 04 Aprile 2011 16:06 |
La cocaina è un problema sempre più diffuso tra i giovani, le conseguenze sono devastanti non solo agli organi interni come cuore e cervello ma anche esteriormente qualcosa cambia, e visto che oggi i ragazzi sono molto presi dal loro aspetto fisico, si è pensato di agire su questo per sensibilizzarli ed invogliarli a dire no alla cocaina: cosa succede quindi al volto? Cambia il naso, distrutto dallo "sniffare" diventa "naso da coca".A questo proposito nasce la campagna "Nasi puliti-Liberi di respirare la vita", lanciata da Paolo Gottarelli, chirurgo plastico specialista in chirurgia nasale, che insieme con Klaus Davi e la testimonial Elenoire Casalegno e con l'appoggio del Sindacato Italiani Locali da Ballo, coinvolgerà gli avventori di oltre 100 discoteche in tutta Italia: l'obiettivo è quello di rendere sensibilizzare ed informare i ragazzi dei rischi ai quali vanno incontro abusando di sostanze stupefacenti.
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Alimentazione
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Scritto da Maria Ida Longo
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Venerdì 01 Aprile 2011 18:58 |
![Leggi tutto...](/cache/multithumb_thumbs/b_450_0_0_1___images_stories_loghini_caffe_logo.gif) I pasti grassi compresi i fast food si sa già che non sono molto salutari, ma se vengono conclusi con una buona tazzina di caffè è anche peggio: infatti, secondo un recente studio dell'Università di Guelph (Canada), guidato da Marie-Soleil Beaudoin, bere un caffè dopo un pasto ricco di zuccheri fa alzare la glicemia a livelli talmente alti che diventano simili a quelli di chi soffre di diabete.In poche parole, i grassi saturi interferiscono con la capacità del corpo di eliminare gli zuccheri dal sangue, e insieme alla caffeina interrompono le comunicazioni tra lo stomaco e il pancreas, che è responsabile della produzione degli ormoni che regolano il metabolismo degli zuccheri, questo meccanismo impedisce al corpo di abbassare i livelli di zucchero nel sangue.
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