Da uno studio dell'Università di Rochester in America e presentato al meeting della Pediatric American Association, è emerso che, l'84% dei bimbi americani che vivono in palazzine mostrano tracce di esposizione al fumo anche se i famigliari non fumano.

La ricerca guidata da Karen Wilson  è nata proprio per verificare l’eventuale associazione tra il tipo di abitazione di residenza dei giovani e esposizione alla nicotina.

Lo studio è stato effettuato su 6.000 ragazzini tra 6 e 18 anni (dal 2001 al 2006), che vivono sia in palazzine che in villette autonome: grazie ad un particolare biomarker che serve per verificare il grado di nicotina nel sangue, si è scoperto che i giovanissimi abitanti di palazzine hanno segnalato un aumento del 207% per quelli di razza bianca e del 45% per quelli di colore; ma chi vive in villette autonome non è fuori da questo rischio, in quanto in ogni caso il 70% di essi è risultato “contaminato”.

Secondo gli studiosi, i ragazzini che abitano in condominio sono esposti alla nicotina tramite canali che ancora non hanno ben identificato, ma tra le varie ipotesi vengono considerati soprattutto i sistemi di ventilazione e riscaldamento comunicanti tra appartamenti.

Per i giovanissimi che abitano in villette autonome la causa è da ricercarsi nelle scuole, dove molto spesso gli insegnanti fumano sulle porte o in concomitanza di una finestra in classe, non curandosi del rischio che corrono i loro studenti.

Fonte: ANSA