La salute dei bambini è sempre un pensiero principale per i genitori. Alcuni problemi di salute possono essere racchiusi in obesità, sovrappeso e carie, che possono essere collegati ad un consumo eccessivo di succhi, anche quelli al 100% di frutta, che non contengono conservanti, zuccheri aggiunti e aromi. Come riporta un articolo pubblicato sul quotidiano La Repubblica, è ciò che raccomanda l'American Academy of Pediatrics (Aap), un'organizzazione di 66mila pediatri che si occupa della salute dei bambini.
Il documento raccomanda di non introdurre queste bibite fino ad un anno di età, se non indicato espressamente dal medico, dato che in questa fase non forniscono alcun beneficio. Ma, anche in seguito, bisogna incoraggiare bambini e ragazzi a mangiare la frutta fresca, il cui apporto nutrizionale non è lo stesso di quello dei succhi e delle bevande a base di frutta. In ogni caso, se assunte nelle quantità adeguate, queste bibite possono costituire parte di una dieta bilanciata.
Come sostiene Elvira Verduci, pedriatra dell'Università degli studi di Milano, c'è una differenza tra un frutto fresco e lo stesso succo spremuto. Nel caso del succo, la fibra presente nel frutto si perde quasi completamente e l'assunzione degli zuccheri è più concentrata, data che non è mediata da questo componente.
Anche fra i succhi poi esistono delle differenze, ad esempio ci sono diversi preparati liquidi a base di frutta, prosegue la ricercatrice, con o senza zuccheri aggiunti, sulla cui etichettatura esiste una legislazione ben precisa. I succhi sono definiti ufficialmente come un prodotto ottenuto dalla frutta fresca, dunque al 100% senza zuccheri aggiunti, conservanti e aromi. Queste bevande non contengono zuccheri aggiunti, ma i cosiddetti zuccheri liberi, come glucosio e fruttosio naturalmente presenti nella frutta, o anche nel miele.
Ad un'altra categoria appartengono i nettari, a base di succo e purea a cui viene aggiunta acqua ed eventualmente zucchero. E poi vi sono le bevande, che non rientrano in nessuna di queste classificazioni e generalmente non sono al 100% frutta.
Fonte: La Repubblica
Fra un frutto fresco e lo stesso frutto spremuto c'è una differenza. “Nel caso del succo – illustra Elvira Verduci, pediatria dell'Università degli Studi di Milano – la fibra presente nel frutto si perde quasi completamente e l'assunzione degli zuccheri è più concentrata, dato che non è mediata da questo componente”. Anche fra i succhi vi sono poi delle differenze. Esistono diversi preparati liquidi a base di frutta, prosegue la ricercatrice, con o senza zuccheri aggiunti, sulla cui etichettatura esiste una legislazione ben precisa. I succhi sono definiti ufficialmente come un prodotto ottenuto dalla frutta fresca, dunque al 100% senza zuccheri aggiunti, conservanti e aromi. Queste bibite non contengono zuccheri aggiunti, ma contengono comunque i cosiddetti zuccheri liberi, come glucosio e fruttosio naturalmente presenti nella frutta, o anche nel miele. Ad un'altra categoria appartengono i nettari, a base di succo e purea a cui viene aggiunta acqua ed eventualmente zucchero. E poi vi sono le bevande, che non rientrano in nessuna di queste classificazioni e generalmente non sono al 100% frutta.
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Attenzione agli eccessi. Anche gli zuccheri liberi vanno a contribuire alla quota energetica giornaliera. “L'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda un'assunzione di zuccheri giornaliera non superiore al 10% dell'apporto energetico quotidiano e, se possibile, non superiore al 5%”, spiega Verduci. “Questa percentuale include tutti gli zuccheri e non soltanto quelli liberi assunti tramite i succhi di frutta: per queste ragioni è importante limitare queste bibite”. Uno studio su Pediatrics ha trovato nei bambini un'associazione fra il consumo quotidiano di più di circa 340 ml di succo, quasi due bicchieri di plastica, e l'obesità. Tuttavia, tale risultato non è univoco negli studi, anche a causa delle differenti definizioni di succo e bevanda citate – dove quello al 100% è generalmente più salutare degli altri preparati.
Quanto succo al giorno? L'allattamento al seno deve costituire l'unica fonte di alimentazione nei bebè fino circa a sei mesi, come sottolinea l'Aap e, laddove non possibile, l'allattamento materno deve essere sostituito con opportune formule per neonati. Anche dai 6 mesi ad un anno di età il consumo di succhi è sconsigliato, salvo diversa indicazione del medico. In seguito si dovrebbe comunque prediligere la frutta fresca. Nei bambini da uno a tre anni, l'assunzione dovrebbe essere limitata a una quantità di circa 110 ml (millilitri) al giorno – meno di un bicchiere di plastica classico da 200 ml –, dai 4 ai 6 anni al massimo fra i 110 e i 170 ml circa, mentre nei ragazzi dai 7 ai 18 anni non più di circa 225 ml, pari a poco più di un bicchiere. Insomma, come sempre nell'alimentazione, anche per i succhi di frutta, l'importante è non eccedere nelle quantità ed escluderli nei bambini molto piccoli
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