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Cibo spazzatura, l'Oms dice basta alle pubblicità per bambini su internet |
Bambini - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Martedì 08 Novembre 2016 10:00 |
Cacciato dalla televisione, il cibo spazzatura invade il web e minaccia la salute dei più piccoli, l'Oms, in un nuovo report, mette croce nera su tutti quegli spot da cui bambini e adolescenti sono bombardati tramite internet e il digitale.
L'invito dell'Oms è ai governi che devono monitorare attivamente e introdurre sanzioni contro questa pratica legata al cibo spazzatura. Da molti anni ormai la tecnologia e le nuove forme di comunicazione hanno contribuito a cambiare i tempi, hanno semplificato la vita, ma hanno purtroppo contribuito all'aumento di uno dei problemi più diffusi degli ultimi decenni: il sovrappeso e l'obesità.
I bambini, la categoria più vulnerabile, sono esposti a un numero infinito di tecniche nascoste di digital marketing che promuovono alimenti ricchi di grassi, zuccheri e sale.
L'advergaming è una strategia in base alla quale si promuove un brand attraverso videogiochi nei quali i personaggi consumano i cibi da pubblicizzare: attraverso i giochi online si veicolano messaggi sui prodotti.
Il viral marketing è un passaparola che apparentemente avviene da consumatore a consumatore, ma in realtà è guidato dall’alto, con lo user-generated marketing, il pubblico può interagire con l’azienda, magari indicando le proprie preferenze sulle caratteristiche di un determinato prodotto.
Sono sempre più diffuse le app che nascondono messaggi pubblicitari di prodotti alimentari non proprio salutari: con la geolocalizzazione tramite GPS dei dispositivi mobili i bambini possono essere invitati nei negozi della loro zona per provare per esempio dei prodotti o dove è possibile giocare a Pokemon GO come da McDonald in Giappone.
Stando ad alcuni dati raccolti da una ricerca svolta in Gran Bretagna, il 73% degli adolescenti segue i propri marchi preferiti, anche di cibo, sui social media, il 62% clicca sui banner pubblicitari e il 57% fa acquisti mentre gioca o utilizza una app.
I metodi per fare presa sul pubblico dei più piccoli sono tante e tra le più comuni le promozioni sui social, spazio virtuale fortemente frequentato dai minori.
Gauden Galea, capo direttore della divisione malattie non trasmissibili e promozione della Salute all'Oms/Europa, spiega che più del 60% dei bambini che è in sovrappeso prima della pubertà resterà in sovrappeso anche da giovane e si stima che in Europa circa il 25%dei bambini in età scolare sia già sovrappeso o obeso.
Succede inoltre che i genitori non vedono gli stessi annunci, né osservano le attività online dei loro figli, molti quindi sottovalutano la portata del problema, come sottolinea Joao Breda, il direttore del programma dell'OMS per l'alimentazione, l'attività fisica e l'obesità.
Responsabilità delle istituzioni riconoscere la nuova minaccia e agire di conseguenza, dicono dall’Oms, ma anche noi genitori abbiamo la nostra grossa fetta di responsabilità.
Le normative che tutelano i bambini dalla pubblicità sono generalmente insufficienti e riguardano i mezzi di comunicazione pre-digitali e tendono a tutelare solo i più piccoli, tralasciando gli adolescenti, queste regole non affrontano i complessi aspetti della regolamentazione sovranazionale dei media globali.
Secondo l’Oms i bambini hanno diritto di utilizzare i media digitali e di veder protetta la loro salute e la privacy, senza essere sfruttati attraverso un marketing coinvolgente, accattivante e divertente.
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