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I sintomi della disprassia: bimbi con piccoli problemi motori o di parola |
Bambini - Articoli |
Scritto da Giulia Gori Venerdì 04 Marzo 2016 13:10 |
Quest'anno la giornata Europea della Logopedia è dedicata alla disprassia. Chi soffre di disprassia, circa 6 bambini su 100 per la maggiorparte maschi, mostra problemi nel movimento e/o nella parola. Per i bambini che ne soffrono e di cui non sempre è facile il riconoscimento poichè i sintomi possono essere scambiati anche per problematiche di minor importanza. Il problema alla base della disprassia può riguardare le «leve» che governano l’abilità motoria grossolana (quella dei muscoli più grandi o di gruppi di muscoli) o quella fine (legati ai movimenti della bocca o delle dita). Non ha affinità con i deficit cognitivi (di attenzione, memoria, percezione, ragionamento). La disprassia è provocata da alcuni neuroni motori che non sono così efficienti nel trasmettere le giuste informazioni ai muscoli per coordinare un gesto a una azione. Esistono diverse forme di questo disturbo, che può avere ripercussioni sulla deambulazione, sui movimenti dello sguardo o sulla capacità verbale. Il ritardo anche nell’apprendimento e nell’abilità lavorativa in alcuni casi permane anche in età adulta, a seconda delle implicazioni e delle abilità interessate. Ma nulla a che vedere con una compromissione dell’intelligenza.
Da quali segnali possiamo capire che il nostro figlio ne èe affetto?
Ad esempio un campanello d'allarme può essere valutare come il bambino sia arrivato più tardi degli altri ad apprendere azioni di base come sedersi, rotolarsi, alzarsi, afferrare un oggetto al volo, vestirsi, disegnare, usare il vasino, masticare e deglutire cibi solidi. Altri segnali sono le difficoltà motorie che possono portare il bambino a cadere spesso o a inciampare, fino a segnali comportamentali come il ritardo nel linguaggio o la difficoltà a prendere sonno e a dormire per una notte di filato.
"In presenza di una di queste situazioni o anche se esiste solo un sospetto di disprassia - raccomanda Rossetto - è bene rivolgersi al pediatra di famiglia o a un centro di neuropsichiatria infantile dove l’esecuzione di test mirati all’età del bambino aiuteranno a escludere o a confermare la diagnosi e a intraprendere un percorso riabilitativo".
In soccorso arriva la Logopedia con certi i benefici derivabili da un percorso e programmi di riabilitazione che si avvale di un mix di tecniche mirate al recupero verbale e all’apprendimento motorio finalizzato. Obiettivo infatti è quello di consentire al bambino di vivere al meglio la quotidianità, imparando a gestire le sue difficoltà a vantaggio di un potenziamento della propria autostima, di un migliore rendimento scolastico e di una proficua integrazione con amici e compagni.
Importante è non nascondersi dietro a un dito e affrontare subito la disprassia; è infatti efficace la terapia quando si inizia nei primi anni di vita, quando il cervello è molto plastico e può essere facilmente modificato.
Alla disprassia è dedicata la Giornata Europea della Logopedia. Fino al dieci marzo prossimi la Federazione Italiana dei Logopedisti mette a disposizione un gruppo di esperti che (dalle 10 alle 12) gestirà un servizio di consulenza telefonica per rispondere ai dubbi dei genitori (049-8647936). Ulteriori informazioni possono essere richieste via mail:
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o reperite al sito www.fli.it.
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