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Giornata Mondiale dei nati Prematuri 2015: controlli per intercettare e risolvere possibili problemi |
Bambini - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Martedì 17 Novembre 2015 16:03 |
Ogni anno dai 40 ai 50 mila bambini nascono prima del termine della gravidanza, sono sempre di più, ma rispetto ad appena cinquant'anni fa il loro destino è molto diverso: nel 1960 il 73% dei prematuri al di sotto dei 1500 grammi moriva, oggi meno del 15% non ce la fa.
L'obiettivo di oggi, Giornata Mondiale del bambino prematuro, è ridurre ulteriormente le conseguenze negative di una nascita pretermine e garantire ai bimbi e alle loro famiglie una miglior qualità di vita e un'assistenza più attenta.
In occasione di questa giornata, la Società Italiana di Neonatologia ha messo a punto un documento in cui si fa chiarezza sui controlli da fare dopo la nascita, così da rispondere alle domande di mamme e papà e soprattutto intercettare prima possibile eventuali problemi. Dopo un approfondito colloquio al momento della dimissione, il bimbo va rivisto a sette, dieci giorni di distanza e poi alle 40 settimane di età corretta, ovvero al momento in cui sarebbe scaduto il termine naturale della gestazione, lo spiega Mauro Stronati, presidente SIN.
Servono inoltre controlli a due-tre mesi per valutare eventuali sequele polmonari e neurologiche, a sei-otto mesi per i controlli uditivi, visivi, dell'accrescimento, a dodici-quattordici mesi per il comportamento e il linguaggio, a diciotto-ventiquattro mesi per lo sviluppo cognitivo e motorio e infine a tre anni per una valutazione complessiva che tenga conto anche del quoziente intellettivo.
Sono tutte tappe fondamentali, perché riconoscere tempestivamente un problema significa a volte risolverlo senza che abbia conseguenze gravi: se un bimbo ha un deficit di udito riconosciuto a pochi mesi una protesi acustica impedirà che manifesti poi un deficit del linguaggio.
I disturbi che possono colpire i prematuri sono tanti e dipendono dallo sviluppo incompleto dell'organismo al momento della nascita: sono più frequenti malattie infettive e polmonari, ma anche retinopatie o problemi cerebrali.
Le conseguenze negative sono però molto meno frequenti che in passato, come fa sapere Stronati: nei bimbi che pesano meno di 1500 grammi, quelli cioè più “critici” per cui servono maggiori attenzioni, non è diminuita solo la mortalità ma si sono drasticamente ridotte anche le ripercussioni della prematurità sulla salute a lungo termine.
Infatti negli anni '60 i sopravvissuti senza sequele erano il 26.8%, oggi sono l'84, esiti lievi o moderati riguardavano il 52%, oggi soltanto l'11, conseguenze gravi si vedevano nel 22% dei bimbi, oggi appena nel 5%, il salto di qualità c'è stato, evidente.
Gli specialisti sottolineano anche l'importanza della cosiddetta “golden hour”: la prima e decisiva ora dopo la nascita: nei piccoli nati dopo meno di 32 settimane di gestazione le procedure messe in atto nei primi sessanta minuti possono fare la differenza sugli esiti a distanza.
Per questo è anche importante scegliere l'ospedale “giusto” dove far nascere i propri figli, se non ci sono fattori di rischio basta un buon ospedale attrezzato, ma se si sospettano o ci sono elementi che potrebbero portare a una nascita pretermine è bene optare per una clinica che offra la terapia intensiva neonatale.
C'è sempre la possibilità di un trasporto, meglio se a parto non ancora avvenuto, ma non tutte le Regioni italiane sono attrezzate per garantirlo quindi meglio non rischiare se la probabilità di un parto pretermine è elevata, come accade sempre più spesso, oggi, a causa dell'aumento del numero di mamme con fattori predisponenti.
Questi fattori sono malattie acute o croniche in atto come l'ipertensione, l'abuso di alcol, fumo o droghe, la malnutrizione e soprattutto l'età superiore ai 35 anni favoriscono una nascita prima del tempo.
Lo stesso accade a causa del maggiore impiego di tecniche di fecondazione assistita, che spesso portano alla nascita di gemelli: quando nell'utero c'è più di un bimbo è quasi inevitabile che il parto sia anticipato.
Quando un bimbo viene al mondo troppo presto è essenziale garantirgli tutto il supporto possibile perché non sviluppi postumi gravi e soprattutto per assicurare una buona qualità di vita al piccolo e alla sua famiglia.
I genitori sono in ansia, hanno paura, la mamma si sente spesso in colpa, dobbiamo tenere conto di tutta questa sofferenza e trovare metodi per aiutare le famiglie e garantire loro il sostegno di cui hanno bisogno.
Alcune risposte, già sperimentate, possono essere ad esempio la linea telefonica aperta 24 ore su 24 con i neonatologi o far venire il pediatra di famiglia in clinica prima delle dimissioni almeno per i bimbi più complessi, così da assicurare una maggiore continuità assistenziale dopo l'ospedale.
Quel che conta è ricordare che non abbiamo a che fare con pazienti, ma con figli: prenderci cura di loro e delle loro famiglie garantendo una migliore qualità di vita nel difficile percorso della prematurità è doveroso e necessario.
Per molti anni si è dedicata notevole attenzione alle gravi patologie che possono colpire i prematuri (per esempio, insufficienza respiratoria, sepsi, emorragia cerebrale, enterocolite necrotizzante), trascurando i problemi nutrizionali.
Con il miglioramento della sopravvivenza ci si è resi conto, però, che l’alimentazione riveste un ruolo fondamentale nel condizionare la crescita e la qualità di vita.
Una questione tuttora dibattuta dagli studiosi riguarda l’apporto di proteine, ma è concorde il parere nel considerare il latte di donna l’alimento migliore anche per i neonati con peso alla nascita molto basso, in quanto dotato di componenti non riproducibili (fattori bioattivi, cellule vive) e determinanti per lo sviluppo del sistema immunitario, del sistema nervoso e in generale per i processi di adattamento alla vita extrauterina. A tale scopo le banche del latte consentono di raccogliere e distribuire questa preziosa fonte di nutrimento.
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