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Bullismo e cyberbullismo, due facce della stessa medaglia
Bambini - Articoli
Scritto da Serena Cellotto     Sabato 24 Ottobre 2015 11:05    PDF Stampa E-mail
AdolescentiPurtroppo, leggendo i giornali o ascoltando i notiziari, capita sempre più spesso d’imbattersi in notizie riguardanti casi più o meno estremi di bullismo. Prepotenze, umiliazioni, piccoli o grandi torture psicologiche, inflitte ad altri giovani da uno o più ragazzi riuniti in “branco”, che possono accadere in ambito scolastico, per strada, nei luoghi d'incontro maggiormente frequentati, ovunque.
 
Questo fenomeno ormai fin troppo noto, ha ricevuto un nome, bullismo, definito come il reiterarsi di comportamenti e atteggiamenti diretti o indiretti, volti a prevaricare l’altro con l’intenzione di nuocere; uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto , ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni. (Olweus,1996)
Bullismo
 
Il cyberbullismo è un fenomeno molto attuale, che si insinua dal virtuale al reale, abbattendo qualsiasi barriera e protezione e aumentando i disagi. Il cyberbullismo riguarda l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione da parte di un singolo, o di un gruppo, per veicolare    comportamenti aggressivi e intimidatori ai danni di uno o più soggetti (Bill Belsey, 2004).
 
L’avvento delle nuove tecnologie ha senza dubbio cambiato anche l’approccio dei giovani alla scuola: ciò che avviene in classe diventa facilmente di dominio pubblico, grazie ai video girati con i telefoni cellulari. Proprio nella rete si coglie la “degenerazione delle nuove generazioni”, che vivono ignorando il concetto di privacy, ossessionati dal bisogno di condividere e raccontarsi, piuttosto che vivere realmente le emozioni.
 
Alcuni atti di cyberbullismo, così come di bullismo reale, possono avere conseguenze gravi o rilevanza penale, dal momento che costituiscono una violazione del Codice civile, del Codice penale e del codice della Privacy. Il Ministero dell’Istruzione ha attuato dei progetti e delle campagne contro il fenomeno, il cui contrasto non è più quindi solo appannaggio dei singoli Istituti, ma è sostenuto da Istituzioni di maggiore rilevanza, anche se, di concreto, non è ancora stato fatto abbastanza, sicuramente non in proporzione alla portata del problema.
 
Quando le persone intraprendono un’interazione faccia a faccia, l’interpretazione delle espressioni facciali assume un ruolo fondamentale, come molti studi hanno sottolineato. Nel momento in cui un computer viene incluso in un processo comunicativo, qualcosa cambia; tuttavia, da studi mirati si evince che, nonostante quanto ci si potesse razionalmente aspettare, le persone coinvolte in uno scambio comunicativo con uno schermo di computer (per quanto consapevoli di essere di fronte a una simulazione) mostravano grande facilità ad aprirsi e confidarsi. Questa capacità del web di agevolare l’apertura di sé e di abbattere le riserve della privacy, condividendo informazioni personali, doveva essere campanello d’allarme del possibile rischio.
 
Le nuove tecnologie sono quindi in grado di offrire grandi opportunità, anche nel campo comunicativo-relazionale, ma al tempo stesso espongono i giovani utenti a grandi rischi, quale l’utilizzo distorto o improprio delle stesse, volto a ferire intenzionalmente persone indifese e arrecare danno alla loro reputazione. Un atto di bullismo perpetrato sul web può essere molto più infido ed efficace nel suo scopo persecutorio, proprio perché entrambi i soggetti, vittima e vessatore, godono di confini d’azione ampliati.
 
In alcuni casi basta la denuncia a un organo di polizia o all'autorità giudiziaria (questura, carabinieri ecc.) per attivare un procedimento penale (p.es. lesioni gravi, minaccia grave, molestie). Sempre più spesso la cronaca fa emergere come le nuove tecnologie e gli ambienti digitali relativi (da cellulari, console, computer e televisori, ad ambienti virtuali quali Facebook, YouTube, Social Network, Instagram, Flickr, blog, ecc.) siano i canali privilegiati attraverso i quali, soprattutto tra le nuove generazioni, si manifestano episodi di violenza e di discriminazione, di truffa, plagio e devianza.  
 

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