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Consigli per un sereno inserimento del bambino al nido |
Bambini - Articoli |
Scritto da Tatta Bis Lunedì 07 Settembre 2015 15:17 |
Nei primi giorni di settembre c'è l’apertura degli asili nido in tutta Italia: un momento atteso e temuto da molti genitori, il periodo dell’inserimento è particolarmente importante: influenza il modo in cui il bambino si relazionerà con la scuola negli anni a venire.
Il primo approccio con il nido determinerà, in parte, anche il rapporto positivo o negativo che avrà con la materna, le elementari e le medie, è un momento cruciale che può provocare fobie, se non gestito bene.
Lo ha spiegato Silvia Amendola, psicologa dell’età evolutiva dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma che consiglia anche cinque trucchi per affrontarlo al meglio. Per prima cosa, le mamme non dovrebbero comunicare ansia, ma questo è quasi impossibile, meglio quindi l’inserimento alternato con il papà, perché per loro è più facile lasciare i piccoli e anche per i figli è più facile salutare il papà che non la mamma.
Mostrarsi contenti e di trasmettergli la propria fiducia e il proprio entusiasmo, i bambini sono molto attenti e sensibili alle emozioni e alle preoccupazioni dei loro genitori, se la mamma al momento del distacco è preoccupata, ansiosa o si sente in colpa, il bambino può fare più fatica ad accettare la separazione e può manifestare reazioni di paura e rabbia.
Il secondo consiglio è di dire al bambino, se possibile, chi lo verrà a prendere e magari anche in che momento della giornata, se dopo la merenda o il sonnellino.
Questo è un modo che i bimbi hanno per controllare una situazione che, di fatto, non possono controllare, è anche utile fargli portare un pupazzo o una macchinina da casa, sarà un punto di riferimento che aiuta la continuità casa-scuola. Anche far frequentare amichetti dell’asilo aiuta a unire i due contesti.
Raccontare al piccolo cosa si sta per fare e creare una serie di gesti abituali va bene, ma non bisogna passare ore a convincerlo di quanto sara bello andare al nido.
Altra cosa importante è comunicare spesso con le maestre e imparare a fidarsi, se non ci si fida, meglio cambiare scuola perché il bimbo percepisce e subisce molto il conflitto genitori-insegnanti.
A rendere così delicato questo momento il fatto che si tratta della prima vera separazione tra genitori e figli e spesso a risentirne sono più le mamme che i piccoli.
Purtroppo è facile si crei una sorta di senso di colpa: questo perchè non è scuola dell’obbligo e in genere lo si sceglie perché non si sa dove lasciare il piccolo.
Questo è un carico emotivo già difficile da gestire, a questo si può aggiungere una sorta di riprovazione sociale da parte di famigliari che non condividono la scelta e magari si offrono di tenere il piccolo mentre i genitori lavorano.
Questo problema alla materna è meno forte perché è consuetudine mandare i bimbi a scuola a tre anni, per molti esperti invece l’asilo nido viene considerato un aiuto per lo sviluppo psicologico.
I bambini con disturbi alimentari spesso risolvono i loro problemi con la mensa, questo accade perchè un rito collettivo facilita l’adozione di comportamenti corretti.
Quelli che hanno difficoltà a rispettare gli orari riescono a migliorare la scansione del ritmo sonno-veglia. Il nido ridimensiona anche il senso di onnipotenza che un bimbo che cresce con un adulto alle sue dirette dipendenze può sviluppare.
Inoltre ne migliora le capacità di espressione, perché è costretto a faticare di più per farsi sentire.
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