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Insegnando ai bambini la condivisione e la cooperazione, avranno più successo a scuola e nel lavoro |
Bambini - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Lunedì 27 Luglio 2015 13:59 |
I genitori intuiscono come siano fondamentali per il proprio bambino le interazioni sociali con i coetanei, la capacità di relazionarsi, ma anche di condividere i propri giochi imparando a gestire le emozioni di rabbia e di tristezza.
Quello che i genitori ignorano è che lo sviluppo di buone abilità “sociali” influirà anche sul benessere futuro del piccolo, riuscendo a predire il suo successo scolastico e lavorativo.
Ad affermarlo è uno studio dell'Università statale della Pennsylvania (Penn State) e della Duke University a Durham, apparso sulla rivista "American Journal of Public Health" e condotto su 753 bambini dell’asilo seguiti per vent’anni a partire dal 1991. L’analisi dei dati ha messo in evidenza come il successo dell’ultima fase dello sviluppo emotivo e sociale nell’infanzia, quando il piccolo entra nell’arena sociale, avrebbe delle ricadute anche in età adulta.
La probabilità di aver terminato il college e di avere un lavoro a tempo pieno a 25 anni era maggiore per coloro che all’asilo aiutavano gli altri ed erano più propensi alla condivisione.
Mentre i bambini con problemi legati alla cooperazione e alla risoluzione dei conflitti avevano maggiori probabilità di abbandonare la scuola, di avere problemi con la legge e disturbi legati all’abuso di sostanze come alcol o droghe.
L’importanza della cognizione sociale per tutti i primati, la cui vita dipende fortemente dagli altri membri del gruppo, è già nota: l’intelligenza sociale di queste specie si è evoluta per gestire le complesse relazioni che possono favorire la propria condizione di vita, esattamente come accade per l’uomo.
I ricercatori hanno visto una forte associazione tra il successo in età adulta e il possesso da parte di piccoli di buone capacità sociali, come prestare attenzione agli altri, capire cosa provano, aiutarli, cooperare e condividere i propri giochi.
Sono competenze che probabilmente fanno presagire la capacità di fare bene a scuola, di prestare attenzione e di gestirsi nel proprio ambiente, lo ha spiegato Damon E. Jones, docente di Health and Human Development della Penn State University e alla guida del gruppo di ricerca.
Secondo Jones, proprio nella prima infanzia (quando l’apprendimento di comportamenti diversi è più facile) i programmi scolastici dovrebbero concentrarsi anche sull’identificazione dei bambini con minori abilità sociali, per cambiare la traiettoria della loro vita futura.
Spesso il successo scolastico viene messo al primo posto, al contrario, invece della competizione, ai bambini dovrebbe venire insegnata la cooperazione e la condivisione.
Saranno queste le abilità sociali che favoriranno il loro successo futuro, scolastico e lavorativo.
I comportamenti prosociali comprendono il sentimento di empatia e preoccupazione per gli altri e tutti quei comportamenti che servono ad aiutare le persone che ci circondano.
Educare i propri figli ad essere adulti migliori significa essere genitori capaci di insegnare ai propri bimbi comportamenti prosociali.
I comportamenti prosociali aiutano i bambini a interagire con gli altri in modi efficaci, appropriati e di successo, ci sono 3 importanti comportamenti prosociali che un bambino dovrebbe imparare e un genitore dovrebbe insegnare: comportamento prosociale della condivisione, comportamento prosociale dell’aiutare, comportamento prosociale del cooperare.
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