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Disturbo da deficit di attenzione e iperattività è causato dalla carenza di un enzima nel cervello |
Bambini - Articoli |
Scritto da Tatta Bis Mercoledì 29 Aprile 2015 15:40 |
L'iperattività nei bambini potrebbe essere causata dall'assenza di un particolare enzima nel cervello:è la scoperta (per ora effettuata solo su animali, quindi da confermare) di un gruppo di ricercatori dell'Istituto Neuromed di Pozzilli, in provincia di Isernia.
L'attention-deficit/hyperactivity disorder (ADHD), disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività, è stato identificato a metà dell’Ottocento e riguarda i bambini e adolescenti che hanno grandi difficoltà a concentrarsi nelle normali attività della vita quotidiana, si distraggono molto facilmente e di solito sono molto impulsivi.
Questo disturbo è controverso perché negli ultimi anni, specialmente negli Stati Uniti, si è assistito a un'impennata di diagnosi, con il forte sospetto che molti bambini semplicemente vivaci siano stati etichettati come iperattivi, con le conseguenze che questo comporta, come l'assunzione di farmaci per trattare i sintomi. In realtà il disturbo, quando diagnosticato correttamente, abbia una componente biologica importante non viene messo in dubbio dagli esperti.
Lo studio italiano, pubblicato sulla rivista "EMBO Molecular Medicine", è partito da ricerche in un altro settore di ricerca, i ricercatori, guidati da Daniela Carnevale, stavano studiando il ruolo di una particolare molecola, l’enzima PI3K, a livello del cuore e del sistema cardiovascolare nei topi.
Questa molecola è coinvolta nella trasmissione dei segnali all’interno delle cellule e i topi che ne sono geneticamente privi, i cosiddetti animali knock-out, in cui il gene che codifica per l’enzima è stato “spento”, hanno caratteristiche interessanti, per esempio non sviluppano l’ipertensione.
Durante queste ricerche, i ricercatori hanno però notato un fatto curioso: questi topi avevano un comportamento insolito, si muovevano in modo eccessivamente frenetico, avevano problemi a concentrarsi e ad apprendere, presentavano deficit anche nella sfera delle interazioni sociali, che sono le caratteristiche tipiche dell’ADHD.
Gli scienziati si sono allora dedicati a capire il ruolo dell’enzima PI3k nel sistema nervoso, dove da poco si sa che la molecola è presente, concentrandosi in particolare sul locus ceruleus, un’area del cervello nota per essere implicata nel mantenimento dell’attenzione.
Il gruppo di Carnevale ha dimostrato che proprio l’iperattivazione del locus ceruleus determina nei topi difficoltà nel mantenimento dell’attenzione, aumento del movimento, e deficit nell’apprendimento.
I neuroni del locus ceruleus, hanno quella che viene definita una scarica tonica, un ritmo, sono una specie di pacemaker, e la regolarità dei loro impulsi ha un ruolo determinante nel mantenere il livello di attenzione.
Quando questi impulsi sono troppo frequenti, compaiono le caratteristiche tipiche della sindrome da iperattività e deficit di attenzione.
La scoperta, se confermata, apre la strada alla comprensione di un meccanismo del tutto inesplorato che potrebbe essere all’origine del disturbo, oltre che a possibili nuovi trattamenti.
La terapia attualmente disponibile per l'ADHD segue un approccio farmacologico sintomatico, ma sulle cause della sindrome non è stata fatta ancora piena luce.
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