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Bambini e allergie alimentari, attenzione alle uova |
Bambini - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Lunedì 13 Ottobre 2014 13:30 |
L'uovo è un ottimo alimento della dieta in età pediatrica, ma bisogna fare attenzione alle allergie perchè dai 5 mesi ai 15 anni questo prodotto è una delle principali cause di allergia alimentare.
Roberto Bernardini, presidente della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP) ci mette in guardia: tra le allergie alimentari, dai 5 mesi di vita ai 15 anni di età, l'uovo è una degli alimenti maggiormente responsabile, poi il latte vaccino, pesce, frutta secca e grano.
L'allergia all'uovo, come spiega l'esperto,viene diagnosticata nel corso dell'infanzia e le manifestazioni cliniche che sono collegate a meccanismi di ipersensibilità allergica di tipo IgE mediata, possono essere anche gravi (fino allo shock anafilattico). L'uovo, nella dieta del bambino viene introdotto durante lo svezzamento, l'allergia compare generalmente nella seconda metà del primo anno di vita, con un'età media di presentazione di 10 mesi e in particolare nei bambini sensibilizzati con dermatite atopica.
Le prime manifestazioni compaiono entro 2 ore, di solito entro 20-30 minuti dopo l'ingestione di uovo o di alimenti che lo contengono e si manifestano con reazioni cutanee caratterizzate da orticaria.
Spesso ci sono anche reazioni gastrointestinali con vomito e diarrea e sintomi respiratori con starnuti e respiro sibilante.
Ci potrebbero essere anche reazioni da semplice contatto dell'uovo con la cute, che si manifestano con l'orticaria, ma alcuni bambini che presentano un'orticaria da contatto con l'uovo possono assumere cibi a base di uova senza manifestare alcuna reazione allergica.
Diventa quindi importante rivolgersi fin da subito ad un pediatra allergologo per una diagnosi certa ed evitare così rischi per il piccolo e al tempo stesso diete di esclusione inutili e dannose.
Alle uova sono allergici l'1,5-1,8% dei bambini tra gli 0 e i 2 anni e, a differenza di altre allergie alimentari, può scatenare manifestazioni già al primo contatto con l'uovo.
I bambini nascono già allergici o lo diventano nei primi mesi, quando l'uovo non è stato ancora introdotto nella loro alimentazione, probabilmente perché la sensibilizzazione (l'attivazione della risposta immunitaria contro l'alimento, è avvenuta durante la gravidanza, l'allattamento o addirittura per via aerea), come spiega Alessandro Fiocchi, responsabile dell'Unità di allergologia dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
L'allergia di solito scompare da sola con la crescita e ha una durata media di circa 3 anni, la terapia consiste nell'eliminare dalla dieta l'uovo e gli alimenti che lo contengono, per poi provare a reintrodurlo seguendo tempi e modalità suggeriti dal pediatra allergologo.
Se è una forma molto grave e non guarisce entro i 6 anni, può essere considerata la terapia di desensibilizzazione: somministrazione di dosi crescenti di uovo, in ambiente ospedaliero, per 7-10 giorni.
L'uovo viene introdotto nella dieta del bambino tra il settimo e l'ottavo mese, partendo dal tuorlo per poi passare all'albume.
Recenti studi indicano che l'introduzione precoce potrebbe favorire la tolleranza riducendo il rischio di sensibilizzazione allergica, mentre fino a non molto tempo fa si credeva l'opposto.
Nell'attesa del risultato di ricerche in corso, conviene introdurre l'uovo nella dieta del bambino a rischio di allergia alla stessa età a cui lo si introduce al bambino non a rischio.
Nei bambini a rischio perché affetti da dermatite atopica o da altre allergie si preferisce eseguire i prick test: sono test cutanei per determinare le allergie, prima di somministrare l'uovo.
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