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Il movimento aumenta il rendimento scolastico dei bambini |
Bambini - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Martedì 16 Settembre 2014 16:03 |
Il rendimento scolastico di bambini e ragazzi è correlato a quello che fanno nel tempo libero, soprattutto per i maschi, il movimento migliora le prestazioni scolastiche, fin dalle elementari.
L'attività fisica fa bene al cervello, non solo al fisico e ora dalla Finlandia arriva una ricerca che esamina il rapporto tra attività fisica e rendimento scolastico nei bambini. Sono state prese in esame, in particolare, la lettura e le abilità matematiche: gli studiosi dell'Università della Finlandia Orientale a Kuopio hanno seguito 186 bambini (107 maschi e 79 femmine tra i sei e gli otto anni) dalla prima alla terza classe elementare.
Il tipo di attività fisica svolta e le attività sedentarie sono state determinate con un questionario somministrato in prima. La fluidità e la comprensione della lettura e le abilità aritmetiche sono state valutate tramite test standardizzati alla fine di ogni anno scolastico. I risultati mostrano come a livelli più elevati di attività fisica durante la ricreazione corrispondevano migliori abilità nella lettura, mentre la partecipazione a sport organizzati era legata a punteggi più alti nei test aritmetici dalla prima alla terza.
I maschi con livelli più elevati di attività fisica, e soprattutto quelli che andavano a scuola a piedi o in bicicletta, mostravano capacità di lettura migliori rispetto ai ragazzi meno attivi.
Inoltre, i maschi che leggevano e scrivevano di più nel loro tempo libero mostravano migliori capacità di lettura rispetto ai compagni che impiegavano meno tempo in queste attività.
Un dato interessante, sempre per i maschi, riguarda il rapporto tra uso di computer e videogiochi e rendimento scolastico: l'uso della tecnologia fa raggiungere ai bambini punteggi più alti dei test aritmetici.
Queste conclusioni non sono però valide allo stesso modo per le bambine: gli effetti dell'attività fisica sul rendimento scolastico sembrano fortemente influenzati dal livello di istruzione dei genitori.
A livelli totali più elevati di attività fisica corrispondevano infatti peggiori punteggi in aritmetica, tranne che per le figlie di genitori con istruzione universitaria.
Per queste bambine un maggiore livello di attività fisica era direttamente associato alla fluidità nella lettura e alle abilità matematiche.
Un altro recente studio dimostra, invece, che i ragazzi che sono ben allenati e danno buone prestazioni, specie negli sport all’aria aperta, hanno un peso corporeo adeguato all’età e rispondono meglio ai test standard per le funzioni della memoria e dell’apprendimento.
Nello studio sono stati coinvolti circa 2.000 ragazzini delle scuole primarie di Los Angeles ai quali si chiedeva di percorre una corsa di 1 chilometro e mezzo, e poi di rispondere ad alcuni test d’intelligenza standardizzati secondo l’età ed il livello socioculturale.
I ragazzini che avevano impiegato meno tempo per la corsa, poiché erano allenati al movimento, erano in grado di dare anche i migliori risultati ai test d’intelligenza e cultura.
Quindi, corretta nutrizione (peso corporeo adeguato), benessere, attività fisica e rendimento scolastico, vanno di pari passo.
Se in pagella c’è qualche insufficienza è meglio non vietare l’attività fisica ai ragazzi, una bella corsa all’aria aperta può aiutarli anche a migliorare i brutti voti.
Ci sono alcune ipotesi sul perchè l’agilità fisica possa essere connessa a quella mentale: è probabile che più sangue al cervello voglia dire avere un tessuto cerebrale molto ben nutrito, con sempre nuove cellule nervose di ricambio e quindi anche nuove connessioni tra i neuroni.
Altri studi hanno infatti confermato che l’esercizio fisico aumenta il numero di neuroni cerebrali funzionanti.
Esiste anche un fattore neurotrofico, denominato con la sigla inglese BDNF (brain-derived neurotrophic factor), che è una proteina che si produce proprio nella stessa zona attivata dall’attività fisica, e sarebbe capace di far crescere le cellule nervose e prolungarne la sopravvivenza.
In pratica, l’attività fisica sarebbe in grado di “stimolare l’intelligenza” attivando nuovi circuiti neuronali su cui successivamente si svilupperanno capacità intellettuali diverse e superiori.
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