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I bambini in piscina |
Bambini - Articoli |
Scritto da Maria Rea Venerdì 28 Marzo 2014 18:20 |
L'età neonatale non è una controindicazione alla pratica del nuoto; anzi, adegua meglio lo sviluppo delle capacità del bimbo. Inoltre, già nella vita fetale i bambini hanno avuto contatto con un ambiente completamente "liquido"; la familiarità riacquistata con questo si chiama "acquaticità".
Il nuoto in piscina è infatti uno sport che aiuta sicuramente lo sviluppo adeguato della psicomotricità, cioè la capacità di coordinazione tra la psiche (comandi cerebrali) e l'apparato locomotore (muscolatura,ossa e articolazioni).
L'esperienza effettuata con la vicinanza della mamma o del papà nella piscina è poi una fonte di gioia reciproca che rinsalda i legami fisico-affettivi. Le precauzioni da prendere sono scontate: non portare in piscina il bimbo quando è malato asciugarlo bene dopo il bagno attendere qualche momento prima di uscire all'aperto, sopratutto nella stagione invernale, per permettere al corpo una termoregolazione regolare. I corsi neonatali sono un'esperienza bellissima sia per il genitore sia per il bambino. L'ambiente acquatico infatti richiama nel neonato l'utero materno, il cui ricordo nei primi mesi di vita è certo molto vivo. Si tratta per lui di una regressione tranquillizzante, che nel contempo lo mette in grande intimità con il genitore che lo accompagna in acqua, cullandolo fra le braccia.
In acqua i bambini scoprono un mondo nuovo, e nel contempo hanno la possibilità di fare esperienze motorie utilissime anche nella vita di tutti i giorni. In molti corsi, per esempio, si sfruttano tappeti galleggianti di varie misure e spessori per permettere al bimbo di sperimentarsi in condizioni di appoggio o di instabilità variabili.
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