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Un bambino su quattro soffre di disturbi del sonno già prima dei tre anni |
Bambini - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Lunedì 17 Marzo 2014 09:28 |
Nei Paesi occidentali, circa il 20-25% dei bambini da zero a 3 anni d’età, presenta disturbi del sonno: questa percentuale sembra essere in aumento a causa delle modificate abitudini sociali (giochi, televisione, video-games).
Il periodo del riposo è prezioso e per questo costituisce circa un terzo della nostra vita, durante la quale l’organismo risparmia energia e riorganizza tutte le sue attività metaboliche e funzionali. Per curare i disturbi del sonno dei più piccoli, presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma sono attivi da tempo l’Ambulatorio Prima Infanzia e lo Sportello del Neonato: l’uno con approccio psicologico, l’altro prevalentemente clinico.
La struttura interviene con approccio psicologico su ogni genere di alterazione del ritmo sonno-veglia: dal risveglio notturno per il prolungato allattamento al seno (oltre i 7 mesi), fino a quello dettato dai cambiamenti fisiologici nella vita del bambino. L'Ambulatorio si occupa anche di problematiche legate all'addormentamento, poiche' e' in questa fascia di eta' che il bambino dovrebbe iniziare ad addormentarsi da solo.
Frequenti anche incubi notturni o risvegli agitati che richiedono la presenza del genitore vicino al bambino e il Servizio di Psicologia Clinica interviene offrendo ai genitori e ai bambini la possibilità di un approfondimento ambulatoriale con incontriparalleli bambini e genitori in piccolo gruppo per affrontare le diverse problematiche.
Per disturbo nel sonno, come piega Cristiana De Ranieri, psicologia clinica del Bambino Gesù, si intende una difficoltà a godere di un riposo notturno sufficientemente lungo, naturalmente in relazione all'età del bambino.
Questo genere di disturbi può riguardare la difficoltà ad addormentarsi, i risvegli frequenti, la faticosa ripresa del sonno, a volte con la presenza, ma non sempre, di manifestazioni di disagio emotivo: pianto, agitazione, inconsolabilità.
Durante il primo anno di vita i neonati dormono molto, ma presto riescono a stare svegli per periodi più lunghi che non saranno impegnati soltanto ad alimentarsi, ma anche ad essere accarezzati dai genitori, a guardarsi, sorridersi, a "parlare" con loro.
Gli stati di ansia del secondo anno di vita, provocano in molti bambini incubi e paure e sono segnali del processo di maturazione mentale e della immaginazione creativa, legate spesso ai primi distacchi.
Intorno al terzo anno, i bambini chiamano spesso i genitori dopo essere stati messi a letto o esprimono la paura del buio, questa è una fase normale nello sviluppo infantile e può essere legata alla consapevolezza della progressiva autonomia rispetto ai genitori.
I genitori possono accompagnare l'evoluzione del sonno del bambino contenendone i lati emotivamente più forti: devono essere elastici, ma al tempo stesso mantenere anche posizioni ferme.
Fornire un confine e dare una regolarità alle abitudini rispetto al sonno aiuta il bambino a sentirsi contenuto e dà continuità alle sue esperienze: sia nel corso della giornata che durante la notte.
Di fronte ad una modifica delle abitudini che riguardano il sonno chiediamo sempre quale possa essere l'elemento di "disturbo": una nuova esperienza o un evento inatteso.
Se la difficoltà nella sfera dell'addormentamento dovesse permanere a lungo nel tempo o assumere dimensioni incontrollabili tanto da ostacolare il sereno svolgersi della vita del bambino e della famiglia, potrà essere utile consultare uno psicologo dell'età evolutiva.
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