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Bambini: il fluoro è importante anche per i denti da latte |
Bambini - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Mercoledì 26 Febbraio 2014 10:06 |
La prevenzione della salute orale nei bambini piccoli è una questione molto discussa tra pediatri, odontoiatri e genitori, ma a fare chiarezza arrivano le nuove Linee guida per la prevenzione della salute orale in età evolutiva, messe a punto da un gruppo di esperti e approvate a novembre dal Ministero della Salute (come aggiornamento del testo del 2008).
La novità è che viene riconosciuta la maggiore efficacia del fluoro ad azione locale (dentifricio) rispetto a quello assunto per via sistemica con gocce o pastiglie. Finora si raccomandava di non usare dentifrici fluorati fino ai 3 anni di età (quando si presume che il bambino riesca a lavare i denti correttamente), ricorrendo alla fluoroprofilassi per bocca, mentre le nuove linee guida raccomandano l’uso dello spazzolino fin dai 6 mesi di età, in alternativa o in aggiunta agli integratori.
Le nuove raccomandazioni dicono che dai 6 mesi ai 6 anni si può usare un dentifricio contenente almeno 1000 ppm (parti per milione) di fluoro, due volte al giorno, con una quantità pari alla grandezza di un pisello (pea-size, lo spazzolino va solo “sporcato” col dentifricio). Nei primi anni di vita è necessario che il genitore supervisioni la pulizia dei denti, l’alternativa e che nei casi di oggettiva difficoltà all’uso del dentifricio e nei soggetti ad alto rischio di carie, si può, da 6 mesi ai 3 anni dare 0,25 mg al giorno di fluoro in gocce, da 3 a 6 anni 0,50 mg al giorno di fluoro in gocce o pastiglie.
Dopo i 6 anni non c’è scelta perchè la fluoroprofilassi viene effettuata attraverso l’uso di un dentifricio contenente almeno 1000 ppm di fluoro, due volte al giorno.
Esistono due le difficoltà principali a queste direttive: insegnare a lavare i denti correttamente (quindi sputando il dentifricio) a un bambino piccolissimo e rispettare i due appuntamenti quotidiani, dato che la maggior parte dei bambini mangia a scuola, dove non viene praticamente mai proposta la pulizia dei denti.
Le linee guida danno un indirizzo generale, come chiarisce Laura Strohmenger, professore ordinario di odontoiatria e protesi dentaria all’Università degli Studi di Milano e coordinatore del Centro di Collaborazione OMS per l’Epidemiologia e l’Odontoiatria di Comunità nella stessa città, che ha partecipato alla stesura del documento.
Il pediatra deve dare indicazioni precise alla famiglia, solo la conoscenza diretta del singolo bambino, può dirci quando è bene cominciare a lavare i denti.
Fino ad allora è necessario somministrare al bambino il fluoro per via sistemica, a partire dalla nascita dei primi dentini, ed eventualmente è possibile spazzolare i denti con un dentifricio senza fluoro.
Se c’è una forte predisposizione alla carie si può associare una dose minima fluoro in gocce (da preferire alle pastiglie perché di più facile somministrazione) all’uso del dentifricio fluorato.
Questa rimane una scelta delle singole famiglie: come forma di prevenzione, si può dare l’integratore anche fino ai 16 anni di età, quando lo smalto dei denti raggiunge la conformazione da adulti.
I genitori sono spaventati dalla possibilità che il bambino ingerisca troppo fluoro e si ammali di fluorosi che è un’intossicazione che si manifesta con la comparsa di macchie bianche sullo smalto dei denti.
Il rischio in Italia è praticamente inesistente dato che le acque degli acquedotti e quelle minerali contengono bassissime quantità di fluoro. Fanno eccezione alcune zone vulcaniche, dove le acque potabili ne contengono di più.
Parlando degli alimenti: solo il pesce azzurro ha un buon contenuto di fluoro, ma per arrivare alla dose di rischio bisognerebbe mangiarne tutti i giorni in gran quantità. Avolte la fluorosi viene confusa con alterazioni del colore dello smalto, che danno chiazze sui denti: la diagnosi della malattia non è banale, per essere certi bisognerebbe fare una biopsia dello smalto.
In Italia eravamo gli unici a consigliare la somministrazione di fluoro per via sistemica: adesso viene ristabilito il buonsenso. Quello delle carie è un problema vero per i piccoli italiani: colpisce 120mila bambini di 4 anni (il 21,6% del totale), e ben 250mila dodicenni, secondo dati Oms del 2006.
La prevenzione deve essere più diffusa, oggi viene fatta bene solo da pochi, ma perché vengono le carie? I maggiori fattori di rischio sono la quantità, la frequenza e la consistenza dei carboidrati fermentabili consumati lontano dai pasti principali, la scarsa abitudine all’igiene orale e un apporto non ottimale di fluoro, che può essere considerato la pietra miliare della difesa della nostri denti.
Fino ai 6 anni i bambini hanno il riflesso della deglutizione, per cui il bambino può ingerire il fluoro e bisogna prestare la massima attenzione alla quantità di dentifricio: quella indicata nelle Linee guida permette al bambino di non correre rischi.
Nella cura dell’igiene orale dei bambini il pediatra ha un ruolo fondamentale: deve valutare caso per caso il momento adatto per una visita specialistica per il controllo dell’igiene orale, delle carie, per il controllo della crescita e dell’allineamento dei denti, per altre problematiche del cavo orale.
Bisogna comunque curare i denti da latte per evitare il dolore, la presenza di focolai infettivi che possono danneggiare i denti, ridurre il rischio di carie ai denti permanenti: tutti fattori che possono avere un impatto negativo sulla salute futura di questi ultimi.
Nelle Linee guida viene sottolineato che per promuovere la salute orale è importante una corretta alimentazione: gli zuccheri introdotti con la dieta sono uno dei più importanti fattori di formazione della carie e un’assunzione superiore alle quattro volte al giorno di zuccheri (addizionati ad alimenti come dolciumi, bibite, biscotti, torte, succhi di frutta, miele) porta a un aumento del rischio di carie.
I carboidrati sono spesso contenuti anche in alimenti e bevande non tipicamente dolci, come snack salati di produzione industriale.
Inoltre è importante che la frequenza e la quantità di cibi e di bevande zuccherate vengano ridotte e limitate ai pasti principali, al termine dei quali la pulizia dei denti e del cavo orale possono allontanarli dalla bocca.
Uno dei peggiori nemici dei denti nei bambini piccoli è l’uso del succhiotto con zucchero o miele e di biberon con bevande zuccherate, soprattutto durante il sonno quando la produzione di saliva, che ha un effetto “lavante”, è ridotta.
Approfondimenti: Sito Aid Italia |
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