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Come evitare le malattie infettive all'asilo nido |
Bambini - Articoli |
Scritto da Tatta Bis Martedì 04 Febbraio 2014 08:56 |
Le malattie infettive come la pediculosi, la scabbia e parassitosi intestinali sono tra le patologie più frequenti che si riscontrano nelle scuole, soprattutto in quelle materne ed elementari: l'allarme è stato lanciato dai pediatri della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP).
Gli esperti mettono l'accento sull'importanza della prevenzione attuata attraverso degli screening di controllo effettuati con regolarità visto che le malattie infettive sono da sempre nel nostro Paese uno dei principali problemi di Sanità Pubblica (in termini sostanziali, di impatto quali-quantitativo sulla salute della popolazione e per le ricadute sociali).
La categoria maggiormente colpita è quella dei bambini perché il loro sistema immunitario è immaturo e perché la socializzazione con altri bambini favorisce la diffusione di agenti patogeni. La nostra società odierna è multietnica e questo ha certamente favorito la comparsa anche di malattie non tipiche del nostro Paese e la loro diffusione nelle comunità scolastiche.
La Prof.ssa Susanna Esposito, Direttore dell'Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura Fondazione IRCCS, Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano e Presidente della SITIP, spiega che un'efficace prevenzione di molte infezioni è possibile grazie a misure di controllo nelle comunità scolastiche.
Quale sarebbe l'età più adatta per mandare un bambino all'asilo, e come si scegliere la struttura più idonea? La SITIP suggerisce alcuni consigli:
Meglio mandare i bimbi all'asilo dopo i 18 mesi d'età, alla nascita il nostro sistema immunitario è imperfetto, serve tempo perché diventi capace di difenderci adeguatamente dalle infezioni.
Frequentare ambienti affollati nei primi mesi di vita espone i bambini ad un alto rischio di contrarre infezioni virali e batteriche anche potenzialmente gravi.
Prima dei 18 mesi bisognerebbe evitare di mandare i bambini all'asilo, perché si ammalano più spesso, e sviluppano manifestazioni cliniche più rilevanti. Inoltre il distacco dalla madre in questa fase è più difficile: meglio la scelta di una babysitter, che per i bambini è una figura più simile a quella materna.
Prima dei tre anni non è dimostrato che la socializzazione precoce offra vantaggi nello sviluppo dei bambini, e l'asilo potrebbe risultare non solo dannoso, ma anche inutile.
Dai 18 ai 36 mesi è il periodo di transizione: i bambini iniziano ad apprezzare la socialità e si adattano più facilmente ai cambiamenti, ma il loro sistema immunitario, anche se più maturo, è ancora imperfetto.
In questa fascia di età si può iniziare a pensare all'introduzione del bambino nell'ambiente scolastico, stando attenti alle malattie recidivanti.
Infatti il 25% dei bambini in questi anni soffre di infezioni respiratorie ricorrenti, e sono estremamente comuni anche le gastroenteriti, ammalarsi spesso aumenta il rischio di episodi acuti, che possono richiedere visite al pronto soccorso e ricoveri in ospedale.
Come si può capire quando le malattie sono troppo frequenti? Tre episodi in sei mesi o quattro in un anno, se le infezioni colpiscono sempre la stessa sede, e otto in un anno se riguardano sedi diverse, vanno considerati patologici.
In questi casi è meglio ritirare il bambino dall'asilo, e reintrodurlo al compimento dei tre anni, quando invece frequentare l'ambiente scolastico diventa tassativo, per imparare a socializzare e a seguire le regole.
Quale asilo scegliere? La scelta migliore, secondo gli esperti della SITIP, sono strutture che offrano la possibilità di utilizzare spazi aperti nella bella stagione, locali ampi e un numero non eccessivo di bambini per classe.
Andrebbe evitato il riposino a scuola, perché la permanenza di tanti bambini nella stessa stanza aumenta i rischi di contagio, e vanno limitati gli scambi di giochi e l'utilizzo del ciuccio.
Se il proprio figlio continua ad ammalarsi spesso, è meglio scegliere la permanenza fino alle 13:30, almeno nei mesi invernali.
Altro argomento rilevante per la prevenzione è quello dei vaccini: i più importanti sono quelli per lo pneumococco, per l'influenza, e per il rotavirus (una delle più comuni infezioni gastrointestinali dell'infanzia).
Alcuni di questi vanno effettuati nei primi mesi di vita, ed è quindi il caso di pensarci per tempo. Il vaccino per il rotavirus è poco diffuso in Italia, perché non rientra nel calendario di routine, ma è invece importante effettuarlo se si vuole mandare il bambino all'asilo nido, e la decisione che andrebbe presa con largo anticipo, visto che va somministrato entro il sesto mese di vita.
Il vaccino antinfluenzale è raccomandabile per tutti i bambini che frequentano la comunità scolastica fino al quinto anno di vita, mentre in seguito andrebbe effettuato soprattutto in caso di infezioni respiratorie ricorrenti o di malattie croniche.
Ci sono regole generali da adottare per prevenire queste comuni malattie nei bambini:
- lavaggio frequente delle mani
- utilizzo strettamente individuale di salviette, spazzolini da denti, pettini, biancheria, scarpe e cappelli
- detersione e sanificazione di giochi che possono essere imbrattati di saliva.
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