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Cure materne creano barriera anti-stress nel bambino |
Bambini - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Lunedì 16 Dicembre 2013 14:33 |
Il bambino che riceve tante cure da parte della mamma, nei primi mesi di vita, potrebbe crescere con un'ottima barriera antistress: queste agiscono direttamente sull'attività dei geni dei "neuroni dello stress", ossia le cellule nervose che rilasciano molecole (ormoni) in risposta a stimoli stressanti.
Questo è emerso da uno studio di Tallie Baram della University of California a Irvine su cavie e presentato al 52mo Meeting dell'American College of Neuropsychopharmacology di Hollywood in Florida.
Lo studio sembra dare una prima spiegazione diretta a livello molecolare di come l'amore materno nei primi mesi di vita influenzi il futuro del bambino, rendendolo più o meno vulnerabile a eventi stressanti e più o meno suscettibile a disturbi dell'umore (ad esempio la depressione). Gli esperti hanno confrontato l'attività del cervello di cuccioli di topo che ogni giorno venivano separati per brevi periodi dalla madre con quella di altri: la separazione temporanea portava la madre a ricoprire i propri piccoli di cure ed attenzioni subito dopo il ricongiungimento.
Queste cure aggiuntive della mamma creano nei cuccioli una barriera antistress per la loro vita adulta, nel loro cervello si modifica l'attività di geni chiave all'interno dei neuroni coinvolti nella risposta allo stress. Secondo gli esperti le cure e le attenzione della mamma agiscono direttamente sull’attività dei geni dei neuroni dello stress, ovvero quelle cellule nervose che rilasciano ormoni in risposta a stimoli stressanti.
Gli effetti delle cure materne sono stati intensamente studiati nei roditori da laboratorio, che presentano moduli comportamentali materni altamente stereotipati e facilmente investigabili in condizioni sperimentali controllate.
Uno degli effetti più caratterizzati dell'influenza materna sul cervello è lo sviluppo della risposta allo stress esibita dalla prole in età adulta. Le risposte endocrine e comportamentali allo stress dipendono dalla produzione di fattori ormonali da parte di popolazioni neuronali localizzate nel nucleo paraventricolare dell'ipotalamo e nel nucleo centrale dell’amigdala. Gli ormoni qui rilasciati agiscono a livello delle ghiandole surrenali, inducendole alla liberazione nel circolo sanguigno degli ormoni glicocorticoidi (cortisolo nell'uomo e corticosterone nel ratto) che mediano la riposta dell’organismo allo stress. Nel ratto e nel topo, un breve periodo giornaliero di separazione dalla madre (handling) durante le prime due settimane di vita, attenua le risposte allo stress nell’età adulta, potenzia il sistema immunitario e stimola la plasticità sinaptica nell'ippocampo. Gli effetti benefici dell'handling sono dovuti al fatto che le madri curano più intensamente i piccoli che sono stati allontanati per brevi periodi di tempo. Invece, periodi più lunghi di separazione giornaliera dalla madre (maternal separation) inducono effetti opposti, esacerbando le risposte agli stimoli stressogeni, aumentando la suscettibilità alla comparsa di malattie e facilitando lo sviluppo di deficit cognitivi. Questa prolungata separazione dalla madre ha anche un effetto immediato di rallentamento della crescita, a causa della soppressione delle risposte cellulari all’ormone della crescita (prolattina e insulina), fattori essenziali per lo sviluppo dell’organismo. |
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