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Pediatri preoccupati per l'eccessiva pigrizia degli adolescenti |
Bambini - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Giovedì 21 Novembre 2013 14:48 |
La Società italiana di pediatria ha svolto un'indagine, dal nome "Abitudini e stili di vita degli adolescenti 2012", questa ha rivelato che gli adolescenti italiani sono diventati più sedentari: già dalla scuola primaria, i bambini si allontanino dall’attività fisica.
Il presidente della Sip Giovanni Corsello ha commentato la ricerca dichiarando che una regolare attività fisica e motoria in età evolutiva, insieme alle corrette abitudini alimentari, sono uno strumento decisivo di prevenzione della salute per le future generazioni. Emerge anche che più cresce l’età e meno è lo sport che viene praticato, le abitudini sono cambiate e si utlizza di più lo smartphone ed il computer.
La sedentarietà porta a patologie come le malattie cardiovascolari, e tante altre patologie legate proprio alla pigrizia. Secondo i dati della Sip, sono 1,9 milioni i morti per inattività fisica, sono 2,6 milioni le vittime dell’obesità. I pediatri della Società italiana di pediatria temono rischi per la salute di un'intera generazione: il problema stà nel cosiddetto "drop out" (abbandono precoce) che comincia già a 11 anni.
A 15 anni meno di un ragazzo su 2 pratica attività sportiva continuativa, a 18 la pratica poco più di uno su 3, i tassi di sedentarietà nel nostro Paese sono tripli rispetto a quelli delle altre nazioni europee.
Gli unici in controtendenza sono i bambini dai 6 ai 10 anni: questa fascia d’età ha guadaganto in 10 anni oltre 5 punti percentuali, passando dal 48,8% di ragazzini che fa attività fisica continuativa al 54,3%.
I più piccoli hanno guadagnato il primato dei più sportivi del Belpaese: quasi 6 su 10 (57%) praticano uno sport in maniera continuativa, in testa nuoto e danza, percentuali che non si registrano in nessun’altra età della vita.
Segno che le campagne anti-obesità per favorire stili di vita corretti, portate avanti da istituzioni, pediatri, scuola, con il coinvolgimento dei genitori, stanno dando i loro frutti.
A preoccupare i pediatri non è solo l’abbandono della pratica sportiva in età preadolescenziale e adolescenziale, ma l’elevato numero di sedentari assoluti cioè coloro che non praticano né sport (in maniera continuativo o saltuaria che sia) né alcuna attività fisica.
Ancora una volta il dito viene puntato contro le nuove tecnologie: come ha messo in luce l’indagine Sip, i teenager trascorrono da 3 a 4 ore al giorno davanti a uno schermo: tv, computer o smartphone.
Studi svolti in alcune città italiane hanno evidenziato due principali motivi di abbandono delle attività sportive: eccessivo impegno richiesto dallo studio (56,5%) e le modalità di svolgimento dell’attività fisica (fare sport è venuto a noia, costa troppa fatica e gli istruttori sono troppo esigenti.
Antonio Correra, consigliere nazionale Sip dichiara che per riavvicinare gli adolescenti all’attività fisica e sportiva bisogna offrire loro nuovi stimoli, l’agonismo esasperato, le aspettative e le pressioni eccessive, rischiano di allontanare i giovani dallo sport.
Secondo Correra sarebbe utile valorizzare di più l’attività fisica anche non strutturata e la pratica sportiva non agonistica e questa è una sfida che coinvolge le società sportive.
Il ruolo centrale rimane quello della scuola, soprattutto in quella media e superiore dove lo sport dovrebbe essere favorito ed incentivato, mentre oggi è considerato una perdita di tempo che toglie spazio ad altre attività più importanti.
L’educazione fisica è parte integrante dello sviluppo psicofisico degli adolescenti: lo sa bene la Francia che dedica a questa attività il 15% dell’orario complessivo scolastico, percentuale che scende al 7% per gli scolari italiani.
Un terzo dei Paesi europei sta lavorando oggi a riforme che riguardano l’educazione fisica con interventi di vario tipo volti ad aumentare l’orario minimo, diversificare l’offerta, promuovere la formazione di coloro che la insegnano.
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