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La Sindrome di Down colpisce, in Italia, 1 bimbo su 1200 |
Bambini - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Giovedì 07 Novembre 2013 14:03 |
La Sindrome di Down, detta anche Trisomia 21, in Italia i casi sono circa 38.000 e attualmente un bambino su 1.200 ne nasce affetto, le anomalie cromosomiche interessano circa il 9% di tutti i concepimenti, ma solo lo 0,6% ne presenta una alla nascita a causa dell'altissimo tasso di aborti spontanei.
I dati sono emersi dall'IRCSS San Raffaele Pisana di Roma, il cui Dipartimento di Scienze delle Disabilità Congenite ed Evolutive, Motorie e Sensoriali vuole promuovere, l'8 e 9 novembre a Roma, un ''Congresso internazionale sulla Sindrome di Down''. Questo eveto è realizzato in collaborazione con l'International Association for the Scientific Study of Intellectual Disabilities (Iassid). Sarano due giorni per discutere, approfondire, valutare ed informare sulla Sindrome di Down. L'obiettivo del convegno è di cambiare il modo di considerare la sindrome di Down, come spiega Giorgio Albertini, direttore del Dipartimento di Scienze delle Disabilità Congenite ed Evolutive, Motorie e Sensoriali dell'Istituto.
Occorre non considerare più solo il bambino nella prospettiva del suo diventare adolescente, adulto e anche anziano, e bisogna avvicinarsi allo sviluppo con una mentalità multidimensionale.
Bisognerebbe osservare una persona sotto i suoi molteplici aspetti: biomedico, dello sviluppo motorio, l'azione comunicativo-linguistica, lo sviluppo cognitivo (che non è solo l'intelligenza in generale ma comprende anche le funzioni neuro psicologiche di base) e la salute mentale.
Altro obiettivo è quello di abbattere i luoghi comuni: ogni bambino down nasce con un suo patrimonio neuronale, ed è immerso nell'ambiente della sua famiglia, della scuola, del percorso riabilitativo, dell'integrazione sociale.
Questi elementi, insieme, contribuiranno a renderlo un individuo unico e irripetibile, si tratta di uscire dalla profezia per entrare nella logica della scoperta.
Al convegno verrà analizzato il rapporto tra cervello (inteso come genetica) e ambiente, tenendo conto che il cervello dell'uomo è programmato geneticamente per la plasticità, per lasciarsi condizionare positivamente o negativamente dal contesto in cui si trova.
L'ambiente è quasi più importante dei supporti farmacologici. Interverranno ospiti di fama internazionale, tra cui Sue Buckley (Emeritus Professor of Developmental Disability, University of Portsmouth, UK), Rhonda Faragher, (Vice-Chair of the International Association for the Scientific Study of Intellectual Disabilities, Down Syndrome Special Interest Research Group SIRG), Matthew Janicki (Research Associate Professor of human development at the Institute of Disability and Human Development at the University of Illinois, Chicago).
Approfondimenti: Sito Aipd
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