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I neonati sanno riconoscere la veridicità di un'emozione |
Bambini - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Venerdì 18 Ottobre 2013 15:53 |
I neonati sono capaci di riconoscere la veridicità di un’emozione sulla base del contesto in cui è espressa dagli adulti e a dimostrarlo è la ricerca promossa da Sabrina Chiarella della Concordia University. Un nuovo studio canadese ha scoperto che è inutile che i genitori sorridano facendo finta che una situazione non sia stressante o triste (per proteggerle i piccoli dagli effetti negativi della situazione) perchè i neonati riescono perfettamente a correlare le sensazioni degli altri al contesto e a smascherare la falsa felicità in una situazione triste.
Dai dati dello studio emerge che i neonati a quindici mesi non possono comprendere se un’espressione facciale è scollegata o meno dal contesto, ma appena tre mesi dopo sviluppano questa abilità. Inoltre sono capaci di provare empatia per la tristezza altrui anche quando è dissimulata.
Per empatia si intende la capacità che sviluppiamo di immedesimarci negli altri e partecipare alle loro emozioni o sofferenze. Le persone tendono naturalmente ad essere empatiche con il genere umano, in modo particolare con le persone a cui sono più legate. Fino a poco tempo fa si escludeva che questo stato d’animo potesse esistere prima dei quattro anni, ma secondo un altrto studio, questa volta ungherese, i neonati intorno ai sette mesi potrebbero provare empatia. La ricerca è stata pubblicata su "Infancy: The Official Journal of the International Society on Infant Studies".
Un esempio pratico di empatia tra bambini è quello che succede negli asili nido: nella sezione lattanti si può assistere a una sorta di pianto “contagioso” in cui iniziano uno o due bambini e ben presto piangono anche gli altri.
A volte succede anche il contrario: alcuni bambini piangono e, dopo averne calmato uno, gli altri smettono. In questi casi, spesso si parla di “imitazione” per spiegare il fenomeno.
Questa però non è una spiegazione sufficiente, ma un’etichetta che non considera le emozioni dei bambini in gioco. I bambini non stavano imitando, ma provando una sorta di empatia.
Una dimostrazione di empatia si può vedere ad esempio quando alcuni bambini (già deambulanti) cercano di consolare un bambino che piange portandogli un oggetto particolare (giocattolo, ciuccio, ecc) per distrarlo, o avvicinandosi a lui e guardandolo per tentare di capire cosa succede.
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