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Tè verde come possibile cura per i tumori infantili |
Bambini - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Martedì 06 Agosto 2013 10:27 |
Una sostanza naturale estratta dal tè verde potrebbe essere utile per eliminare un cancro mortale resistente alla chemioterapia come il neuroblastoma che è la forma di tumore neonatale più comune e con il più basso tasso di sopravvivenza. Secondo quanto scoperto nel nuovo studio dei ricercatori australiani, coordinati dall'oncologo Orazio Vittorio, ricercatore presso il Children’s Cancer Institute Australia e il Lowy Cancer Research Centre della UNSW, la “catechina” (molecola antiossidante contenuta nel tè) uccide il 50% delle cellule cancerogene del neuroblastoma in soli tre giorni.
La catechina estratta dal tè è un trattamento promettente contro il cancro, come suggerito da diversi studi, ma l'instabilità che mostra una volta nell’organismo umano ne limita l’efficacia. Per questo, il dottor Vittorio e il suo team hanno lavorato per creare una forma di catechina più stabile. Questa forma, nei test di laboratorio, si è dimostrata efficace nel distruggere il tumore. Hanno fatto notare i ricercatori che questa formula è efficace nell'uccidere le cellule tumorali del neuroblastoma resistenti alla chemioterapia, senza intaccare le cellule sane.
La forma modificata di catechina distrugge le cellule di neuroblastoma che sono altamente resistenti alla chemioterapia convenzionale, ma ha effetti minimi sulle cellule normali.
Catechine e catechine (catechina, epicatechina, gallocatechina, epigallocatechina, epicatechina gallato, epigallocatechina gallato) sono un gruppo di sostanze antiossidanti appartenenti alla categoria dei flavonoidi.
Sono contenute soprattutto nel the ed in modo particolare in quello verde, contribuiscono a sostenere le funzioni cardiache e concorrono al mantenimento di un buono stato di salute.
L'attuale interesse per i benefici legati al regolare consumo di tè verde e dei suoi estratti è in gran parte legato alla presenza di queste sostanze. Maggiori catechine portano ad una minore incidenza di malattie cardiovascolari e tumorali.
Alla ricerca del dott. Vittorio sono stati donati 25.000 dollari australiani per poter continuare gli studi e sviluppare potenziali trattamenti salvavita.
L'ipotesi non giunge del tutto nuova considerati alcuni recenti studi, ma potrebbe risultare tuttavia una novità di rilievo per quanto riguarda la cura di forme aggressive di neuroblastoma infantile.
Una strada simile a quella intrapresa di recente dal MIT e dall'Università dell’Illinois di Urbana-Champaign partendo da alcune molecole contenute nei funghi.
Qualora questa ricerca portasse davvero a una cura si potrebbe limitare in maniera netta l’attuale mortalità legata a questa aggressiva forma di tumore neonatale.
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