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Usare la curcumina per proteggere i polmoni dei neonati prematuri |
Bambini - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Venerdì 05 Luglio 2013 09:46 |
La curcuma è un ingrediente presente in numerosi piatti piccanti al curry ed è da sempre celebre per le sue proprietà medicinali. Ora una nuova ricerca statunitense ha dimostrato come una sostanza inclusa nella spezia, la curcumina, può dare una durevole protezione contro i danni ai polmoni (potenzialmente mortali) nei neonati prematuri.
I lattanti nati con funzione polmonare ridotta, spesso necessitano dell’assistenza di ventilatori e della terapia forzata di ossigeno che possono causare danni ai polmoni di lunga vita e anche la morte.
I ricercatori del Los Angeles Biomedical Research Institute dell’Harbor-UCLA Medical Center (LA BioMed) hanno dimostrato che la curcumina assicura una protezione duratura contro questi danni. Lo studio, pubblicato sull’American Journal of Physiology, Lung Cellular and Molecular Physiology, ha scoperto che la curcumina offre protezione, nello specifico contro la displasia broncopolmonare, una condizione caratterizzata da cicatrici e infiammazione, e contro l'iperossia, che si verifica quando troppo ossigeno entra nel corpo attraverso i polmoni, nell’arco dei primi ventuno giorni dopo la nascita.
La curcumina era già nota per essere un potente antiossidante, antinfiammatorio e antimicrobico, caratteristiche che la rendono un elemento promettente per trattamenti meno invasivi per i neonati prematuri che necessitano di ossigeno-terapia dopo la nascita.
La Curcumina è il principale componente biologicamente attivo del Turmerico e viene estratta e concentrata e con essa vengono effettuati studi e trial clinici per le sue proprietà mediche come trattamento naturale per un gran numero di malattie.
Sono stati fatti 688 studi e oltre 400 dei quali pubblicati negli ultimi quattro anni che confermano le notevoli proprietà anticancerogene, antinfiammatorie e antiossidanti della Curcumina. Negli ultimi anni, l'interesse per il potenziale della Curcumina come agente neuroprotettivo è in aumento.
Diversi ricercatori sono sempre più convinti che la parte più primitiva del sistema immunitario (quella che si manifesta come un'infiammazione), può svolgere un ruolo cruciale in alcune malattie dell'uomo moderno: malattie cardiache, il cancro, il diabete e, forse, il morbo di Alzheimer.
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