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Deficit dello sviluppo: genitori autorevoli aiutano i bimbi ad essere più indipendenti |
Bambini - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Martedì 23 Aprile 2013 13:31 |
Se mamma e papà sono presenti senza soffocare la volontà dei bambini (con sindrome di Down, autismo e altri ritardi intellettivi), essi mostrano interazioni sociali più positive.
Il modo in cui ci si prende cura dei propri figli ne influenza lo sviluppo psicofisico: secondo una ricerca condotta alla Brigham Young University una genitorialità positiva aiuta i bambini con deficit dello sviluppo a diventare più indipendenti e cooperativi.
Se i genitori sono autorevoli ma, non autoritari, attenti e presenti senza soffocare la volontà dei propri figli, i bambini con sindrome di Down, autismo e altri ritardi intellettivi hanno livelli più alti di indipendenza, migliori competenze linguistiche, miglior temperamento e interazioni sociali più positive (sia con gli adulti che con i coetanei). I ricercatori del dipartimento di Counseling Psychology and Special Education dell'Università statunitense hanno raccolto e comparato i risultati di 14 studi che hanno analizzato gli effetti delle cure genitoriali su bambini con diversi tipi di disabilità dello sviluppo.
Le cure dei genitori possono incidere sulle capacità cognitive, comportamentali, emotive o psicologiche dei bambini. Questo è un campo di indagine molto importante, ci sono molti fattori di stress che vivono i genitori e che possono influenzare la loro genitorialità.
Tim Smith, coautore della meta-analisi pubblicata sulla rivista Research in Developmental Disabilities mette in risalto quanto la ricerca sul rapporto tra pratiche genitoriali positive e sviluppo dei bambini con bisogni speciali sia ancora limitata e focalizzata solo sul rapporto madre-figlio.
Smith continua spiegando che lo sviluppo di un bambino con disabilità dipende dalla sua capacità di interagire socialmente: esso ha bisogno di tempo e attenzioni, di imparare a cavarsela da solo e di sostegno della famiglia.
Se la genitorialità è positiva, migliora lo sviluppo del bambino e i sintomi e la gravità della disabilità tendono a diminuire nel tempo. I comportamenti dei genitori, in base ai modelli educativi e alle modalità affettive di comunicazione, possono essere divisi in tre tipi: stile permissivo ossia genitori affettuosi e non attenti alla definizione e al mantenimento di regole, stile autoritario con genitori che tendono a influenzare e a controllare il bambino per ottenere obbedienza e rispetto dell'autorità e stile autorevole.
Nello stile autorevole i genitori rispettano la volontà del figlio e trasmettono l'importanza della cooperazione, stabiliscono delle regole. Proprio questo stile può dare dei risultati più positivi per lo sviluppo dei figli: maggiore indipendenza, maturità psico-sociale, cooperazione con i coetanei e gli adulti e miglior rendimento scolastico.
La sensibilità e premurosità materna sono associati a comportamenti di gioco positivi, maggiori abilità linguistiche e aumento delle capacità di socializzazione nei bambini con sindrome di Down e a una più positiva interazione sociale nei bambini con disturbi dello spettro autistico e ritardi nello sviluppo.
Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia dello sviluppo alla Sapienza di Roma, dichiara che lo stile autorevole è quello che funziona meglio per tutti i bambini. Un genitore autorevole sa guidare i figli nelle diverse fasi della crescita, sa comunicare, dare spiegazioni ma, senza essere dittatoriale, non rinuncia a dire no e a fissare delle regole.
Tutti i bambini hanno bisogno di regole e questo vale ancor di più per i bambini con handicap perché la routine dà sicurezza: avendo delle regole, delle abitudini che scandiscono il ritmo della giornata, il bambino ha la sensazione di controllare meglio la propria realtà.
Per facilitare l’integrazione dei figli nella società, i genitori dovrebbero andare alla ricerca del giusto equilibrio. I bambini con disturbi intellettivi hanno bisogno di essere sostenuti a livello emotivo, di essere seguiti, incoraggiati e lodati per i successi, aggiunge la psicologa.
La cosa da evitare è essere troppo protettivi e permissivi. Nel caso di più figli, non si deve mettere sempre al centro dell’attenzione il fratellino o la sorellina che ha problemi, per non far sentire gli altri trascurati.
Bisogna avere pazienza e dedizione, senza mettere essere iperprotettivi. Necessario è guidare più degli altri i bambini con handicap ma, creare anche le condizioni che permettano, secondo i loro tempi, di sviluppare delle competenze, imparare a saper fare da soli, anche se di tanto tanto sbagliano.
Saper fare delle cose crea un senso di sicurezza, favorisce l’autostima e il senso di intraprendenza dei bambini: costruisce la resilienza (il saper contare su se stessi).
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