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Una bambina non vedente viene respinta dalla scuola media |
Bambini - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Giovedì 04 Aprile 2013 09:31 |
Per legge nessun istituto può rifiutare l'iscrizione di un alunno disabile, invece è accaduto a Marta, una ragazzina non vedente della Val di Susa, precisamente a San Didero. Alla ragazzina è stata rifiutata l'iscrizione alla classe prima media nella scuola di riferimento per territorio, a Borgone di Susa. L'Associazione Piemontese Retinopatici e Ipovedenti (A.P.R.I.-onlus) prende posizione e la famiglia ha scritto al Provveditorato di Torino. La presa di posizione della scuola media di Borgone è gravissima secondo Marco Bongi, presidente A.P.R.I.-onlus. La legge parla molto chiaro in proposito: nessuna scuola può rifiutare, neppure per motivi tecnico-logistici, l'iscrizione di un alunno disabile, per quanto grave possa essere la sua situazione.
Continua dicendo che non esclude che si possano ravvisare anche responsabilità di carattere penale. La mamma della bambina in questione dichiara che se la bambina fosse accolta, come suo diritto, nella scuola media di Borgone potrebbe anche raggiungerla da sola, utilizzando, come tutti gli altri studenti, il servizio di scuolabus, al contrario invece se dovesse andare a Condove dovrebbe essere accompagnata dai genitori tutti i giorni e costringerla a svegliarsi molto prima. Dall'Apri fanno notare che un alunno disabile visivo, non necessitando di sedia a rotelle, non occupa assolutamente spazio in più rispetto ad un bambino normodotato. Le sue esigenze di abbattimento delle barriere architettoniche sono ridotte e la presa di posizione della scuola sembra davvero incomprensibile e priva di qualsiasi fondamento giuridico o didattico. Il diritto alla frequenza è sancito dalla legge n. 104/1992, dalla Sentenza della Corte Costituzionale n. 215/ 1987 e dalla Circolare Ministeriale n. 262 del 1988. La scuola, nella lettera ai genitori, spiega che la domanda non può essere accolta perché il numero delle iscrizioni supera la capacità recettiva dell'aula. Il caso è stato portato all'attenzione dell'ufficio scolastico regionale e con la telefonata del ministro Francesco Profumo, la mamma si è vista questa volta accettare l'iscrizione a scuola. La segnalazione è stata fatta con una relazione al ministro, la scuola è una scuola di montagna, che ha resistito alla chiusura. La scuola dà la precedenza a chi già la frequenta, dovendo ricusare delle iscrizioni il criterio è stato l'accettazione prioritaria degli allievi residenti che già frequentano la scuola primaria nel nostro istituto ed hanno effettuato nei plessi di competenza tutto l'iter scolastico. Questo dice la lettera inviata dalla preside alla famiglia di Marta. Alle sette di sera a portare la bella notizia è arrivata la telefonata del ministro dell'Istruzione Francesco Profumo che ha detto alla madre di Marta di non preoccuparsi e che si sistemerà tutto. Lei, Monica, madre di una ragazzina ipovedente di San Didero, in Valsusa ha ringraziato il Ministro ma ha chiesto di voler possedere qualcosa di scritto. Finora l'unica cosa che ha in mano è il foglio che nega alla figlia Marta l'iscrizione della scuola media di Borgone perché si dà la priorità a chi ha frequentato le elementari nello stesso istituto. Monica continua dicendo che se adesso le cose sono cambiate se ne rallegra e le spiace che per ottenere qualcosa che spettava di diritto a Marta hanno dovuto sollevare un polverone. L'Apri, Associazione piemontese retinopatici e ipovedenti, aveva diffuso una nota sul caso di Marta, 11 anni, quinta elementare, affetta da retinopatia pigmentosa, malattia genetica incurabile che le ha ridotto la vista a un decimo. Nonostante manchino ancora diversi mesi prima dell'inizio dell'anno scolastico, l'urgenza con cui la famiglia si è mossa è giustificata dal fatto che entro il 31 marzo avrebbero dovuto chiedere per Marta i libri scolastici "speciali" (alcuni registrati su cd audio, altri con caratteri più grandi) in base ai testi adottati dalla scuola. A Marta piace andare a scuola, registra le lezioni, le riascolta, si fa degli schemini non a parole ma con segni che lei capisce e che l'aiutano a memorizzare. |
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