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I bambini e il loro rapporto con la natura |
Bambini - Articoli |
Scritto da Letizia Perugia Giovedì 24 Gennaio 2013 15:44 |
I bambini apprendono più in fretta quando la lezione avviene all'aria aperta. Nel momento in cui giocano in mezzo alla natura con i coetanei, sviluppano straordinarie capacità di problem solving e sono più collaborativi. Infine i sintomi della sindrome da iperattività diminuiscono quando i piccoli trascorrono molto tempo all'aria aperta. Sono alcuni dati emersi dallo studio del britannico "National Trust", che indaga e sottolinea il preoccupante e crescente deficit di natura per le nuove generazioni.
Le ansie e le paure dei genitori, i videogiochi, il traffico, la mancanza di spazi verdi sono tutti fattori che spingono bambini e ragazzi a trascorrere sempre più tempo tra le mura domestiche. I benefici della vita all'aria aperta non possono essere rimpiazzati dalla tecnologia: l'esposizione alla luce solare, attività fisica e contatto con piante ed animali stimolano infatti l'apprendimento e allontano il rischio di asma, allergie, obesità infantile. Tutto ciò che è natura, il sole e le stelle, la pioggia e il vento, le piante e gli animali, i sassi e la terra, i boschi e i campi, il paesaggio, eccita l'immaginazione e la curiosità del bambino. Il bambino è portato a simpatizzare con la natura, ma se i genitori, gli adulti in genere e la madre in particolare, gli incutono timore , fanno opera diseducativa e deformano la sana tendenza infantile a provare interesse per il mondo della vita. In questo modo il bambino è portato a distruggere fiori, a essere crudele verso gli animali deve venire educato, fin dalla prima infanzia, al rispetto per tutte le cose viventi. Stà ai genitori insegnare al piccolo a distinguere gli animali innocenti da quelli pericolosi e a non provocare le loro manifestazioni di difesa ( punture, graffi, morsi). Gli stessi animali domestici (cani, gatti, uccelli) devono essere trattati con attenzione e bisogna far capire al bimbo come comportarsi con loro. Per quanto riguarda gli ambienti, la spiaggia e l'esposizione del corpo nudo all'aria e al sole giovano molto al bimbo. Il bagno al mare è controindicato se si tratta di un lattante. Si può però raccogliere l'acqua di mare in una vaschetta, esporla al sole sulla spiaggia in modo che si riscaldi a circa 37° e quindi immergere per qualche minuto il bambino. Quando è in grado di camminare, bisogna lasciarlo in libertà sulla spiaggia, non obbligarlo a immergersi se si dimostra timido e pauroso, non deriderlo ne rimproverarlo. Naturalmente sempre vigilando che non si allontani, bisogna permettergli di fare da solo la sua conoscenza con il mare. All'inizio non più di un bagno al giorno e soltanto se il mare è tranquillo, se non tira un forte vento e se il cielo non è coperto. Deve essere un'immersione rapida, di durata 10-15 minuti. Se il bambino è colto dal secondo brivido (il primo, normale, è quello che prova al momento dell'immersione), se trema e batte i denti, se diventa pallido o cianotico, bisogna toglierlo immediatamente dall'acqua. Successivamente asciugarlo rapidamente, vestirlo, esporlo al sole e dargli una bevanda calda. Per evitare disturbi di vario genere, è bene far acclimatare il bambino: per due o tré giorni, deve stare poco tempo sulla spiaggia ed esporre gradualmente il corpo al sole. La scelta della località marina non è da trascurare: le spiagge scoperte, scogliose e molto ventilate sono indicate per i bambini depressi, anemici, convalescenti. Quelle riparate, sabbiose, poco ventilate sono indicate invece per i bambini nervosi, linfatici e deboli. Il clima di collina (fra i 700 e i 1000 metri di altezza) é il migliore per la prima infanzia, in estate, e in particolare per i lattanti ad allattamento artificiale, per quelli affetti da crosta lattea o con tendenza alla diarrea. Il clima montano, specialmente quello alpestre o delle conifere (fra i 1300 e i 1800 metri) é un rimedio per la pericolosa diarrea estivo-autunnale del lattanti. La montagna irrobustisce i bambini sani, giova a quelli anemici, rachitici, adenoidei, convalescenti di malattie infettive acute. Anche l'inverno é propizio per il soggiorno del bambini in montagna. La zona da preferire é quella delle conifere, con buona esposizione al sole, aria sana e pura, poco vento, pendii dolci e ampie distese di neve. Il clima alpino invernale e molto stimolante , per la respirazione, la circolazione sanguigna, il ricambio e l'appetito. Aiuta in modo particolare i bambini stanchi, depressi, con inappetenza abituale, convalescenti, adenoidei, anemici. In inverno, come d'estate, occorre fare attenzione che le attrattive della montagna non affatichino il bambino. Si può fargli praticare gli sport invernali, é in grado di imparare a sciare già tra i due e i tre anni ma con molta prudenza. In ogni caso prima di scegliere il soggiorno per le vacanze a mare o lago, montagna o collina é sempre bene chiedere il consiglio del medico. |
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