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Internet: Facebook punta ai bambini sotto i 13 anni |
Bambini - Articoli |
Scritto da Carmela Pelaia Martedì 05 Giugno 2012 09:40 |
Che in questo momento Facebook stia sviluppando una tecnologia che permette ai bambini di età inferiore ai 13 anni di utilizzare il sito di social network sotto la supervisione dei genitori può essere assolutamente normale, anche perché non è difficile immaginare che dietro i profili di persone adulte tra i fan di Demi Lovato e Justin Bieber si nascondino delle ragazzine che accedono su Facebook con l'account registrato a nome del papà o della mamma.
Attualmente i bambini minori di 13 anni non sono autorizzati a utilizzare il sito, presto però potrebbero di iscriversi e diventare utenti: la nuova tecnologia collegherebbe gli account dei figli a quelli dei genitori, permettendo così agli adulti di controllare e monitorare tutti i movimenti dei figli. Ma perchè? Ovviamente per denaro. Infatti, come afferma il Wall Street Journal, "l'apertura del sito ai bambini permetterebbe a Facebook e ai suoi partner di individuare un mercato in rapida crescita per i giochi dei bambini che è dominato da di Apple e Google su piattaforme smartphone". Non per caso il 12% dei ricavi totali di Facebook nel 2011 arrivano proprio dal partner Zynga Inc (la società creatrice di Farmville, per esempio). Inoltre non dovrebbe essere difficlie l'intento di Zuckerberg: secondo uno studio sponsorizzato da Microsoft Research rilasciato lo scorso autunno, il 36% dei genitori sono consapevoli che i loro figli si sono iscritti a Facebook prima dei 13 anni (7,5 milioni) e, una percentuale sostanziale di quei genitori ha aiutato i propri figli ad iscriversi al popolare social network. L'aggancio di Facebook agli under 13 avrebbe quindi un doppio scopo: proteggere meglio i minori, formalizzandone la presenza con tutte le sue peculiarità, ma anche puntarvi la sua strategia commerciale per gli anni futuri. Esistono già prerogative per i siti con utenti bambini (è il caso di Disney), ma il protocollo da osservare, il Privacy Protection Act, è molto costoso, pensato per i siti commerciali e Facebook non ha mai voluto applicarlo. Il social network preferisce pensare a un proprio modello che coinvolga i genitori. |
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