I bambini nati prematuramente, cioè prima della 37^ settimana di gestazione, a differenza dei neonati nati a termine, non possono stare subito con la loro mamma, ma per crescere hanno necessità di vivere, settimane o talvotla anche mesi in incubatrice.

Per aiutarli a crescere meglio sembra che abbia un ruolo importante sentire la voce della mamma e, non potendo udirla in presenza, basta anche l'ascolto attraverso una registrazione.

Questo è quello che emerso da uno studio pubblicato sul Journal of Maternal-Fetal and Neonatal Medicine, condotto presso la Neonatal Intensive Care Unit del Brigham and Women's Hospital di Boston. I prematuri, che devono rimanere in incubatrice per continuare il loro sviluppo, sono soggetti a problemi cardiorespiratori perché, ad esempio, i polmoni non sono ancora ben formati e quindi i piccoli possono andare incontro ad apnee periodiche ed anche a periodi in cui il cuore batte troppo lentamente. Gli esperti hanno voluto vedere se potesse essere di aiuto per garantire lo sviluppo dei prematuri in incubatrice senza problemi l’influenza della mamma, stimolando nei piccoli una sensazione uterina, cioè l’idea di trovarsi ancora nel grembo materno, facendo sentire al piccolo il battito cardiaco della mamma e la sua voce.

Gli esperti hanno testato la loro idea su 14 bebè nati prematuramente (tra la 26/ma e la 32/ma settimana) trasmettendo un sonoro di voce e cuore materni attraverso delle microcasse direttamente nell’incubatrice, osservando così che effettivamente l’influenza materna riduce il rischio di complicanze cardiorespiratorie nei piccoli, soprattutto intorno alla 33/ima settimana, segno che in questo periodo il piccolo nel grembo materno è più influenzabile da stimoli uditivi. L’esperimento, benché su pochi neonati, ha dunque avuto un esito promettente ai fini della messa a punto di nuovi protocolli, non solo terapeutici, per la cura dei prematuri.