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I bambini comprendono il significato delle parole a 6 mesi |
Bambini - Articoli |
Scritto da Angela Messina Venerdì 17 Febbraio 2012 15:37 |
Se siete ancora convinti che i vostri bambini di appena 6 mesi di età hanno un vocabolario basato solo su poche sillabe, ebbene vi sbagliate, perché è proprio dai 6 mesi che i bambini iniziano a comprenderci! Uno studio dell’Università della Pennsylvania, afferma che i bimbi dai sei mesi in poi iniziano a conoscere il significato di molti nomi comuni.
Lo studio condotto da un gruppo di psicologi dell’ateneo americano nasce proprio dallo scarto apparente di significato tra la sillabazione dei neonati e i fiumi di parole degli adulti in presenza di un infante. Gli psicologi si sono concentrati su bambini di età compresa tra i sei e i nove mesi, per vedere se davvero fosse giusto considerarli “pre-linguistici”. E il risultato è stato sorprendente anche per loro, portandoli a mettere in discussione il concetto stesso di “età pre-lingustica”.
Daniel Swingley, professore del Dipartimento di Psicologia,spiega che dai loro test è emerso che già a sei mesi i piccoli hanno imparato il significato di molte parole del linguaggio comune grazie alla loro interazione quotidiana con la lingua. Finora si è sempre ritenuto che i bambini imparassero la loro lingua madre non attraverso le parole, ma scoprendo caratteristiche del discorso orale come consonanti, vocali o combinazioni di suoni, cioè si credeva che la comprensione delle parole, a differenza della percezione dei suoni, venisse più tardi, tra i nove e i quindici mesi, quando il bambino ha già sviluppato la capacità di interpretare gli obiettivi e le intenzioni degli altri. I ricercatori hanno sottoposto a due diversi esperimenti 33 neonati di età compresa tra i sei e i nove mesi e 50 bambini tra i dieci e i venti mesi. Nel primo test il bambino, seduto sul grembo del genitore, era messo davanti a uno schermo sul quale comparivano di volta in volta immagini di cibi e/o parti del corpo . All’adulto venivano coperti gli occhi, così da non dare indicazioni al bambino su quale oggetto guardare. Il genitore poi pronunciava ad alta voce una frase del tipo “Guarda la mela!” oppure “Dov’è la mela?”. A questo punto entrava in gioco un dispositivo per seguire lo sguardo del piccolo e vedere su quale oggetto e in quale momento ricadesse la sua attenzione. Il secondo esercizio era più o meno simile, solo che gli oggetti che apparivano sullo schermo erano inseriti nel loro contesto naturale, come dei cibi messi in tavola o la figura intera di un essere umano. La sfida, in entrambi i casi, era capire se al suono di una determinata parola il bimbo guardasse l’oggetto più a lungo, mostrando così di averne capito il significato. Nella maggior parte dei casi, i piccoli partecipanti fissavano con particolare attenzione gli oggetti nominati e quindi ciò vuol dire che i bambini ci comprendono ancor prima di cominciare a farfugliare. I risultati di questo esperimento mostrano inoltre che le capacità di apprendimento rimangono costanti tra i 6 e i 9 mesi, non sembra quindi esserci un evoluzione in questo arco temporale; un lento incremento delle prestazioni si verifica invece nel gruppo dei bambini più grandi con un picco a 14 mesi, età in cui i bambini probabilmente comprendono la natura del compito sperimentale e lo trattano come un gioco. |
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