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Ha una rara malattia genetica, ma la Asl non può pagare le medicine
Bambini - Articoli
Scritto da Caterina Poni     Venerdì 13 Gennaio 2012 09:15    PDF Stampa E-mail
Ha una rara malattia genetica, ma la Asl non può pagare le medicineLo sfortunato protagonista della storia è un bambino di 3 anni di San Ferdinando di Puglia, affetto da una rarissima malattia genetica le cui cure sono, ovviamente, molte e costose.

Inaccessibili, addirittura, per i suoi genitori, Francesco e Teresa Memeo, che non possono permettersi i farmaci necessari a lenire il dolore causato dalla malattia del bambino, l'ittiosi congenita del tipo "Harlequin". In casi di difficoltà economica è lo Stato a dover provvedere al malato, e nello specifico la Asl: ma al piccolo Luigi Pio la Asl pugliese non riesce a pagare le medicine.

Ha una rara malattia genetica, ma la Asl non può pagare le medicine
Il papà è un bracciante agricolo, la mamma è una casalinga, e gli introiti economici non sono sufficienti a far fronte alle condizioni del bambino.

L'ittiosi congenita Harlequin causano la dequamazione generalizzata della cute, causando grandi sofferenze ai soggetti colpiti. Il papà, per questo, si è appellato alla stampa, affinchè tante voci in un coro potessero ottenere qualcosa. Il bambino è in cura presso la dermatologia pediatrica di Bari, ma oltre alle cure somministrate dalla struttura avrebbe bisogno, spiega la mamma, di molto altro: almeno 4 trattamenti al giorno, interventi chirurgici che migliorino l'utilizzo di mani, piedi, occhi, bocca, tutto per regalare a questo bambino la possibilità di vivere (giusto un po') più normalmente.

La Asl della provincia di Barletta-Andria-Trani, infatti, ha risposto al padre che non ci sono i soldi necessari a coprire le spese delle cure di Luigi Pio. Ilpapà accusa di noncuranza anche i servizi sociali del Comune, dai quali non sono riusciti ad ottenere, almeno per il momento, nemmeno una casa popolare.

Una famiglia disagiata, spiega papà Francesco, che non riesce nemmeno a pagare i 300 euro di affitto per l'appartamento dove vivono, e la possibilità che i proprietari, prima o poi, li caccino, si fa sempre più concreta. Lui, dice, riesce a lavorare non più di tre mesi all'anno, a 45 euro al giorno. L'appello, duqneu, è rivolto alle istituzioni, a quanti possano, anche poco, aiutare il piccolo Luigi Pio.

 

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