Una scoperta che smentisce antiche convinzioni, quella fatta dal team di ricercatori della Johns Hopkins, ora pubblicato dalla rivista Psychological Science. 

Secondo questi esperti, infatti, il bambino nei primi mesi di vita riconosce gli oggetti intorno a lui e , soprattutto, li ricorda. Non è vero, dunque, come si credeva un tempo, che fino ai 6 mesi di vita il cervello dei bambini non possiede il senso di "permanenza dell'oggetto".

Come ha spiegato Melissa Kibbe, una della autrici, lo studio analizza uno dei punti focali dell'analisi dello sviluppo infantile. Alla domanda che i ricercatori si sono posti, ossia quali siano le informazioni necessarie ai bambini affinchè ricordino un oggetto anche quando è fuori dalla loro visuale, essi hanno concluso che sono molto pochi. 

La ricerca è stata condotta su un gruppo di neonati, e grazie ai test condotti su di loro, gli scienziati hanno potuto osservare come, anche se i bambini non ricordano la forma di due oggetti nascosti alla loro vista, si stupiscono quando questi vengono nascosti: questo, concludono gli autori dello studio, significa che essi ricordano l'esistenza di un oggetto, pur non sapendo di cosa realmente si tratti.

La novità, dunque, rispetto a quello che fino a qualche anno fa veniva insegnato dai libri di psicologia dello sviluppo, è che i bambini anche al di sotto dei 6 mesi possiedono un sorta di "puntatori" che li aiutano a capire che gli oggetti, pur non essendo all'interno del loro campo visivo, esistono comunque. Sono questi puntatori ad aiutare il bambino a tenere traccia degli oggetti, senza necessariamente conoscerne il significato o la consistenza.