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Manifesto dei pediatri per un uso consapevole di Internet |
Bambini - Articoli |
Scritto da Martina Paolucci Lunedì 21 Novembre 2011 10:50 |
Il web è diventato una realtà oramai da qualche anno e la possibilità di incappare in brutte esperienze è sempre dietro l'angolo, sopratutto se davanti allo schermo ci sono dei bambini.
Un'indagine europea, infatti, condotta in 25 Paesi all'interno del Safer Internet Programme della Commissione Europea, ha constatato che bambini e adolescenti italiani conoscono meno bene il computer e la rete rispetto ai loro coetanei europei, ma che iniziano sempre prima il loro percorso di scoperta del mondo virtuale, spesso senza la supervisione di un adulto. Sempre secondo l'indagine, poi, l'aiuto ai ragazzi italiani non giungerebbe nemmeno dalla scuola, ambito dove la possibilità di accedere a Internet presenta i valori più bassi in Europa e dove il coinvolgimento degli insegnanti nelle attività online è ben al di sotto della media europea (65% contro il 73% comunitario). Colpa anche di genitori poco informati che, sempre restando ai dati raccolti dall'indagine, non conoscono bene questo mondo e sembrano non essere consapevoli dei rischi corsi dai bambini. La soluzione, però, non sta nel proibirne l'uso ai più piccoli, spiega dalla Società Italiana di Pediatria. Il divieto, infatti, rischierebbe di amplificare il divario già esistente tra la realtà italiana e quella estera, senza per questo mostrare i pericoli della rete o insegnare a difendersi da essi. Serve una "mediazione sociale" nell'uso del web, educazione alla rete che deve diventare una priorità all'interno dei piani formativi della scuola italiana. Nasce da questi dati di fatto il Manifesto della Società Italiana di Pediatria, il cui scopo primario è creare una rete tra tutte le figure che ruotano attorno al bambino e sono artefici della sua educazione, affinchè possano garantire conoscenza e uso attento e consapevole di questo fantastico strumento che è il web. L'obiettivo primario non è segregare i piccoli italiani nascondendo le potenzialità dello strumento globale, anzi ridurre il digital divide che li separa dai loro compagni europei, a patto che questo avvenga in modo sicuro e con cognizione di causa. Il Manifesto si articola in una serie di proposte che includono l'allargamento della disponibilità di collegamento alla banda larga nonchè l'innalzamento del tasso di penetrazione di quest'ultima, insieme ad un miglioramento delle infrastrutture che rendano più agevole l'accesso a Internet dalle scuole e dai luoghi dove si ha condivisione sociale; la presenza di una Lavagna Interattiva Multimediale all'interno di ogni classe, lavagne che attualmente sono a disposizione di 770 mila studenti, di media una lavagna per ogni istituto. Si richiede, inoltre, di integrare i classici materiali didattici cartacei con gli e-book, dotando quindi gli studenti di dispositivi capaci di offrirne la lettura. Un progetto che richiede la collaborazione tra il Ministero dell'istruzione, le case editrici, le università e i centri di ricerca, affinchè vengano creati modelli convincenti di libri di testo elettronici, anche per un risparmio all'insegna della sostenibilità. Ancora, l'anticipazione dell'insegnamento dell'uso del computer, che in Italia mediamente viene preso in considerazione a 10 anni, contro i 7 del resto d'Europa. Un uso consapevole e controllato, che però ponga le basi per l'utilizzo autonomo futuro. Per questo, però, è necessaria la formazione degli insegnanti e, in secondo luogo, dei genitori. Infine, il Manifesto propone lezioni videoregistrate da mettere a disposizione di chi voglia consultarle anche al di fuori dell'orario scolastico, assemblando anche lezioni modello, condivisibili via Internet, da utilizzare come compito a casa o punto di partenza per discussioni in classe. |
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