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Cassazione: è reato essere mamme iperprotettive |
Bambini - Articoli |
Scritto da Angela Messina Giovedì 13 Ottobre 2011 11:21 |
Tutte le mamme cercano di proteggere i loro bambini dalle brutture del mondo esterno, ma essere troppo ansiose e ipeprotettive, circondando il bambino di troppe cure e rallentando così lo sviluppo psicofisico, potrebbe far scattare la condanna al carcere. Una mamma di Ferrara, infatti, è stata condannata in via definitiva dalla Cassazione a un anno e 4 mesi di reclusione per aver cresciuto il figlioletto R. C., nato nel 1997, al chiuso delle mura domestiche, fino al 2004. Insieme alla mamma soffocante, Elisa G., è stato condannato alla stessa pena condonata anche il nonno, Gigetto G.
Secondo la Corte di Cassazione l’iperprotezione e l’ipercura costituiscono reato di maltrattamenti al pari di altre forme di vessazione dei minori, come quando vengono destinati all’accattonaggio. A nulla sono valse le giustificazioni di mamma e nonno, secondo cui tutte le cure delle quali circondavano il bambino non potevano essere equiparate al comportamento di chi veramente usa violenza con i bambini. In sostanza, secondo la tesi difensiva, quell’eccesso di accudimento, anche se divenuto via via patologica esasperazione, non poteva essere punito perché‚ ispirato da intenzioni lodevoli anche se aveva, innegabilmente, riverberato effetti negativi sul bambino. R.C., a forza di essere trattato come se fosse sempre poco più di un neonato, non aveva nemmeno imparato bene a camminare. I primi coetanei li aveva visti solo a sei anni, quando aveva messo piede alla scuola elementare. Il regime instaurato dalla madre e dal nonno aveva finito anche per cancellare del tutto la figura paterna. Al padre separato del piccolo venivano impediti gli incontri con il bimbo. Anche il cognome paterno era stato soppresso e il bambino rispondeva all’appello con il cognome della madre. «L’ipercura - afferma Francesco Montecchi, neuropsichiatra infantile - è una grave forma di abuso sui bambini, di cui si parla ancora poco ma che determina conseguenze molto serie per lo sviluppo psico-fisico dei piccoli. Molti di questi bambini, infatti, sviluppano forme di psicosi gravi crescendo, e sono completamente disadattati». Era stato il padre del piccolo a lanciare l’allarme e poi la vicenda è finita in mano alla magistratura. È ancora in corso un altro processo, sempre nei confronti di mamma e nonno, per la tranche di maltrattamenti successiva, dal 2004 al 2008. In termini tecnici la giurisprudenza introduce con questa sentenza la Pas, sindrome da alienazione parentale. “Queste condotte di sottrazione della figura genitoriale – dice Stove – vengono così equiparate giuridicamente a una violenza, a un maltrattamento. E lo stesso vale per le condotte omissive, come impedire al figlio di vedere il padre o impedirgli di socializzare”. |
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