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Allarme dei pediatri: muffe e pesticidi nei cibi per bambini |
Bambini - Articoli |
Scritto da Angela Messina Mercoledì 28 Settembre 2011 14:39 |
I bambini nella fascia da 0 a 3 anni dovrebbe mangiare cibi sani e genuini, proprio perché ancora non hanno grandi difese immunitarie e necessitano, più degli adulti, di alimenti privi di sostanze nocive. Però, a quanto pare, non sempre è così, perchè nel cibo destinato ai bambini sono stati trovati muffe e veleni pericolosi. Molto spesso, infatti, il baby food sarebbe contraffatto, spacciato per tale quando invece viene realizzato con gli stessi criteri dei cibi per gli adulti. Accade così che i genitori, tratti in inganno da strategie di marketing finiscano con l'acquistare prodotti normali facendoli passare per alimenti specifici per l'infanzia.
Riuniti per il Congresso Nazionale della FIMP (Federazione dei Medici Pediatri) a Torino, i pediatri italiani ribadiscono l’esistenza di norme specifiche che dettano legge sulla preparazione dei cibi per bambini. «L’Italia regola con una normativa più stringente e puntuale l’alimentazione per l’infanzia. La legge tollera la presenza di ridotte quantità di micotossine, metalli pesanti e pesticidi. Ma distingue tra adulti e “children” (da 0 a 3 anni). Imponendo per questi ultimi limiti molto più ristrettivi vicini allo zero. Con un ulteriore distinguo: solo i prodotti specificamente dedicati a questa fascia e soggetti a notifica ministeriale, devono rispettare i limiti per i children». Il monito dei pediatri è molto chiaro, e illustra come esista una categoria di prodotti che dovrebbero rigorosamente rispettare la regolamentazione proprio perché destinati alla fascia children. Non sempre accade così, tuttavia, e moti genitori vengono tratti in inganno da strategie di marketing mirate a vendere prodotti assolutamente normali facendoli passare come alimenti per l’infanzia. In sintesi, secondo i dati, nel primo anno di vita gli alimenti per adulti arrivano nel piatto del 45% dei bebè. Percentuale che arriva l'83% prima di due anni. Nella nota si cita il caso del deossinivalenolo, sostanza sgradita il cui limite negli alimenti tradizionali è di 750 parti per miliardo (ppb), ma scende per i baby food a 200 ppb. Da qualche anno, però, sono stati introdotti sul mercato alimenti che sembrano dedicati ai più piccoli, ma rientrano in realtà nelle categorie per adulti, come le paste di piccolo formato. Una novità che spesso trae in inganno i genitori, ma che non preserva la salute dei più piccoli. Come hanno rivelato le analisi commissionate da Il Salvagente, infatti, questi prodotti alimentari fanno riferimento alla legislazione che riguarda gli alimenti per adulti, e presentano dunque livelli più alti di sostanze indesiderate. La Fimp, la federazione ha annunciato di avere costituito un sistema di monitoraggio, disponendo una serie di analisi su altri prodotti per adulto spacciati da baby food. |
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