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Scandalo in Inghilterra: bambini lottano in gabbia |
Bambini - Articoli |
Scritto da Angela Messina Venerdì 23 Settembre 2011 15:15 |
L'ultima follia british ha veramente oltrepassato il limite: il Green Labour Club di Preston nel Lancashire, ospita match di lotta tra bambini di otto anni! I bambini affrontano dei combattimenti per dieci minuti di seguito per intrattenere il pubblico che ha pagato il biglietto pur di assistere a un evento che non ha nulla né del gioco né dello sport. C'è persino un video, che circola sul web, che mostra uno dei due bambini a terra, sopraffatto dall'avversario, mentre un uomo lo incita a non mollare.
Dietro una rete metallica, il pubblico adulto esulta, finché uno dei due bambini coinvolti nella lotta crolla tra le lacrime, solo allora interviene un uomo per controllare la situazione. Una scena che però non ha nulla a che fare nemmeno con la boxe: la lotta ricorda le mosse del wrestling e nessuno dei bambini indossa un casco né altri tipi di protezione, ma gli organizzatori assicurano che le regole vietano di colpirsi con calci o dare pizzichi, garantendo che si tratta di un extremely good event. Immediata la condanna della British Medical Association che definisce questi episodi gravi e pericolosi per la salute dei bambini, esposti al rischio di traumi cranici. A difendere la pratica del Mixed Martial Arts, che si svolge nelle gabbie, è invece Steven Nightingale, 28 anni, lottatore professionista del Reps MMA gym di Preston: "I combattimenti iniziano all'età di cinque anni e si basano sulle arti marziali". Secondo Nightingale, i ragazzini sono preservati dai colpi veri fino ai 14-15 anni e se hanno crisi emotive o piangono, l'assistente al corner interviene per interrompere il match. Una disciplina formativa, dunque, per chi organizza gli incontri che nonostante le critiche, vengono praticati da anni. L'organizzazione a tutela dell'infanzia NSPCC ha definito il video molto allarmante, ma la polizia del Lancashire ha detto di aver esaminato attentamente la questione e che non ci sono gli estremi per l'incriminazione. Nick Hartley, il padre di uno dei ragazzini, ha difeso la pratica e assicurato che il bimbo non è stato esposto ad alcun rischio. Il ministro dello Sport britannico, Jeremy Hunt ha definito la manifestazione barbara, sottolineando che non c'è nessuna legge che autorizza queste pratiche. |
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