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Neonato scomparso. Arrestati i genitori: "Finalmente ce ne siamo liberati" |
Bambini - Articoli |
Scritto da Giulia Gori Venerdì 22 Luglio 2011 10:43 |
Non è la trama di un film e neanche di un libro del terrore, ma la reale vicenda di una famiglia problematica che ora è indagata per infanticidio, dopo aver avuto alle spalle già due storie di maltrattamenti sui figli. Dalle prime luci dell'alba Katia Reginella, 24 anni, e il marito Denny Pruscino, 30 anni, sono in caserma, indagati per il presunto infanticidio del loro piccolo figlio di appena due mesi, scomparso da due settimane. Dopo ore di interrogatorio si arriva alla domanda fatidica, "dove si trova il bambino?".
Katia, con la freddezza che non rispecchia l'istinto materno, dichiara che il piccolo Jason è caduto in terra dopo una sua scivolata, ed è morto. Lo avrebbe portato poi da sola nelle campagne lasciandolo nudo sul ciglio della strada. Una mamma già al terzo figlio, gli altri due dati in adozione a causa dei maltrattamenti avuti in famiglia e per cui lei stessa è stata indagata e poi prosciolta, accusata di quegli strani incidenti che hanno portato il figlio più grande che a soli cinque anni è sulla sedia a rotelle, dopo essere scivolato nella vasca da bagno. Una mamma che non fa la madre, seguita ormai da anni dagli assistenti sociali e da una società che gli ha comunque permesso di avere un terzo figlio e forse di ucciderlo con la freddezza che non si addice a una ragazza così giovane e neomamma. Una storia che ha dell'incredibile, con tanti retroscena che fanno rabbrividire. I due genitori parlano come killer spietati, dietro a una lettera preparata per avere un alibi, dove Katia ammette che il figlioletto appena nato era frutto di un rapporto clandestino e parla di un presunto suicidio mai avvenuto. Senza poi contare le intercettazioni degli ultimi giorni della coppia, che sembrano usciti dal peggior triller televisivo. Tanto materiale che ha portato il PM a produrre l'arresto per maltrattamenti, omicidio e occultamento di cadavere. Ma c'è ancora chi spera che il piccolo jason non sia morto, ma portato via - forse in Svizzera - per evitare che anche questo figlio venisse portato via ai genitori, come era già stato predisposto dal Tribunale dei Minori. Ma ora le sirene dei Carabinieri rompono il silenzio della tranquilla frazione di Foligno, alla ricerca del povero bambino visto l'ultima volta il primo Luglio dal proprietario dell'appartamento dove viveva la famiglia. Secondo quanto dichiarato da Katia, il corpo dovrebbe stare sotto una quercia, una versione dei fatti che fa acqua da tutte le parti, e il corpicino non si trova. Secondo il racconto lo avrebbe portato a piedi da sola, cosa improbabile viste le distanze e il fatto che lei non guida. Fornisce anche un alibi al marito, che non ne sapeva nulla fino al momento dell'arresto. Si segue ugualmente la pista Svizzera, dove forse il bimbo potrebbe essere stato nascosto da un fratellastro della donna. Quando è stata arrestata era con le valigie pronte per partire. Dalle intercettazioni sembra che stessero preparando una lettera in cui Katia annunciava il suo suicidio, così da mascherare la sua fuga in Svizzera. "Siamo due menti criminali, ce ne siamo sbarazzati", prosegue l'intercettazione "Tu non c'entri niente, non ti coinvolgo, non è neanche figlio tuo". Il vero padro del neonato è un diciottenne che ha confermato tutto. Nonostante tutto, Denny aveva riconosciuto come suo il bambino, poco prima di sposarsi il 22 giugno scorso. Storie che non spiegano certe azioni e che celano il retroscena di quanto accaduto ai due figli della coppia, allontanati dai genitori per quanto subito. Hanno cinque e due anni e ora vivono finalmente in due famiglie consapevoli. Gli assistenti sociali li hanno da sempre descritti come due genitori non capaci a gestire i conflitti. Katia poi ha avuto traumi nella sua famiglia di origine e finita in una casa famiglia e proprio per questo sembra soffrire di sindrome da risarcimento. I danni portati ai due figli sembra non la scalfiscano minimamente. Il marito, a sua volta, era seguito dagli assistenti sociali da piccolo perché sembra molestasse la sorella. Una storia familiare che avrebbe dovuto venire a galla prima del 7 luglio, quando gli assistenti sociali segnalano il caso, non riuscendo a vedere il piccolo. Ma il piccolo Danny dove si trova? Dalle intercettazioni è certo solo che i due progettavano di scappare in Svizzera, lei facendo finta di essere morta suicida e lui andando via dall'Italia dopo qualche tempo. Durante l'interrogatorio anche lui è crollato, smontando il resoconto della moglie che lo vedeva completamente estraneo ai fatti. Lui dichiara, infatti, di aver messo il corpicino dentro una busta arancione. Sarebbero andati insieme in auto a Castel Trosino dove Katia, scesa dalla macchina, avrebbe tolto il piccolo cadavere dal sacchetto per gettarlo nella boscaglia. Tre le piste che stanno seguendo gli inquirenti: infanticidio, bambino nascosto in Svizzera o, la più improbabile, vendita del neonato ad altri. |
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