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Obesità infantile: tiriamo le somme
Bambini - Articoli
Scritto da Eva Forte     Martedì 12 Luglio 2011 13:56    PDF Stampa E-mail
obesità infantileNell'ultimo anno abbiamo parlato più volte della situaizone italiana in merito all'obesità, che ha segnato forti picchi di crescita soprattutto in riferimento alla fascia dei più piccoli. La spiegazione di una crescita nel numero di bambini obesi o con problemi di alimentazione risiede in diversi fattori, molti dei quali possono essere spiegati da un atteggiamento errato dei genitori, a partire dai primi mesi di vita del bebè.

ormai è attestato come un bimbo con grasso in eccesso in tenera età abbia più probabilità di diventare un obeso adulto e abbiamo visto come anche in Italia i bambini in sovrappeso sono moltissimi. La predisposizione ad essere adulti obesi nasce quindi proprio nei primi mesi di vita, addirittura dai 9 mesi in poi. Qusto quanto emerso da uno studio pubblicato sul Journal of Health Promotion da un gruppo di ricercatori americani della Wayne State University di Detroit.

in Italia un bimbo su tre è obeso

questa ricerca conferma come la percentuale di bambini in sovrappeso nell'ultimo decennio sia stato in costante aumento. i dati più sorprendenti riguardano proprio l'età in cui un alimentazione non corretta, porterà poi a una patologia alimentare da grandi. Per arrivare a queste conclusioni sono stati analizzati i casi di 16.400 bambini nati in America nel 2001 di cui 8.900 di nove mesi di età e 7.500 di due anni.

Sono risultati a rischio obesità il 32% dei neonati e il 34% di due anni. Si è visto anche come le femminucce siano meno a rischio dei maschietti, mentre quelli con i chili di troppo erano di origine ispanica e con famiglie a basso reddito.

Cosa si può fare quindi per dare una vita migliore ai piccoli di oggi e grandi di domani? Ovviamente la risposta è con una buona Prevenzione. Questa è la migliore arma per arginare il problema. L'obesità infantile non è solo una questione estetica che può poi portare problemi a livello psicologico in una fase della crescita dove il riconoscimento sociale è nettamente importante, ma è anche una problematica di salute, potendo portare risvolti anche gravi sul benessere dell'individuo.

Il grasso in eccesso può infatti causare lo sviluppo di malattie come diabete, tumori e malattie cardiovascolari. Il primo passo da fare è capire se l'obesità è dovuta a una cattiva alimentazione con scorrette abitudini alimentari, se è peggiorata da una mancanza di attività fisica o se dipende da predisposizione genetica.

Per quanto riguarda le cattive abitudini alimentari dovrebbe essere facile inquadrare i piccoli, che non hanno possibilità di andare a comprarsi merendine, dolci o cibo spazzatura per conto loro. Sono le mamme e i papà che dovrebbero seguire le giuste indicazioni dei pediatri che nei primi anni consegnano delle vere e proprie tabelle alimentari e spesso anche consigli su come abbinare i cibi, dando anche le giuste quantità da proporre ai bimbi.

Ma quindi l'errore dove può accadere? Spesso nelle bibite offerte ai piccoli dentro al biberon, caloriche zuccherose e soprattutto aggiuntive rispetto alla normale dieta quotidiana. Capita molte volte che il ricorso al biberon per i piccoli sia non solo per una questione di alimentazione, ma venga usato come tranquillante e come un vero e proprio ciuccio, con la differenza che in questo caso il bambino oltre a rischiare un restringimento del palato, assuma anche zuccheri non necessari in grandi quantità.

Secondo uno studio del Centro per l'obesità Ricerca e Formazione presso la Temple University, insieme all’Ohio State University College of Public Health, far mangiare i bambini con il biberon fino a due anni di età provoca un aumento del 30% del rischio di sviluppare l'obesità entro i 5 anni. Proprio per questo suggerisce di limitare l’uso del biberon entro il primo anno di vita.

Hanno partecipato a questa ricerca 6.750 bambini: il 22% utilizzava il biberon in modo abituale, come contenitore primario di bevanda e/o veniva messo a letto con il biberon. Dalla ricerca è emerso che quasi il 23% dei piccoli che a due anni utilizzavano abitualmente il biberon era diventato obeso entro i 5 anni e mezzo. E i risultati rimangono validi anche dopo aver considerato altri fattori come il peso della madre, il peso del neonato alla nascita e l'alimentazione del bimbo. Nessuna controindicazione, invece, per l'uso del biberon dopo lo svezzamento ed entro il primo anno di vita.

Alcune teorie vanno ancora più a ritroso, cercando le motivazioni del grasso in eccesso in età infantile dal momento in cui la madre è incinta. Soprattutto negli ultimi anni, i ginecologi sono molto attenti alla dieta che segue la gestante, sia per non far affaticare il fisico in questa delicata fase della vita della donna, sia per evitare malattie gestazionali tipiche della cattiva alimentazione.

A quanto pare questo buon modo di vivere la gravidanza porterebbe anche buoni frutti sulla salute legata all'alimentazione del nascituro. Un’indagine condotta dal Ministero della Salute ha rilevato che nelle famiglie in cui almeno uno dei genitori è soprappeso oppure obeso, ci sono maggiori probabilità che anche i più piccoli abbiano qualche problema. Tra le principali cause dell’obesità infantile, infatti, ci sono alcune cattive abitudini che inevitabilmente vengono trasmesse proprio dalle famiglie. Vita sedentaria ed alimentazione non regolare sono tra i principali fattori di rischio.

Ad avvalorare la tesi della cattiva alimentazione in gravidanza con ripercussioni future sul peso del nascituro, arriva lo studio dell’università inglese di Southampton , dove i ricercatori sostengono che la dieta seguita dalle mamme nel periodo di gestazione ha la capacità di modificare il DNA del nascituro. Le variazioni di peso del bambino, sono quindi riconducibili ai tipi di alimenti scelti dalla madre e non dalla sua eventuale tendenza al soprappeso.

Concludiamo quindi dicendo che una giusta alimentazione è il modo migliore per portare avanti la vita di ogni individuo fin dalla tenerissima età. Da aggiungere anche molto movimento fisico, fin da bambini bisogna infatti dedicare qualche ora a settimana al proprio sport preferito, al giocare nei parchi e al fare movimento. i risultati ci accompagneranno per tutta la vita.
 

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