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L'Aquila: i bambini che hanno vissuto il terremoto ora soffrono d'ansia |
Bambini - Articoli |
Scritto da Martina Paolucci Mercoledì 08 Giugno 2011 15:15 |
I terremoti sono una cosa seria, e se il loro potere distruttivo è evidente nelle città per la grande quantità di macerie che porta con sè, meno visibili sono i danni psicologici che comporta alle persone. E quelli che più ne soffrono sono i bambini. Oggi, a poco più di due anni dalla forte scossa avvertita a L'Aquila, il 6 aprile 2009, un bambino su sei ancora accusa i sintomi della sindrome post traumatica da stress (Ptsd), oltre a rivivere quotidiamente la paura di nuove scosse, di nuove distruzioni, e sentirsi impotente davanti alla forza della natura. Uno studio svolto sui bambini aquilani, denominato "Rainbow", promosso dall'Ordine dei camillani, coordinato dall'Ospedale Bambin Gesù di Roma e finanziato dalla Caritas, evidenzia tra i dati raccolti proprio l'alta incidenza e permanenza di disturbi psicologici.
I risultati sono stati presentati al convegno svoltosi a Roma dal tema "Bambini e catastrofi naturali: quale salute mentale" e dicono che il 38% dei bambini selezionati soffre di disturbi psicopatologici: ansia, disturbi del comportamento e dell'affettività, quindi umore fraglie, ipervigilanza e controllo, reazioni alterate e Ptsd. Per quanto riguarda la fascia di maggiore età, dai 6 ai 14 anni, il 54% dei bambini aquilani ha presentato i disturbi, percentuale che scende al 36% per i bambini che vivono nel resto della regione. Il problema maggiormente riscontrato è l'ansia, di cui ne soffre l'81%, poi il Ptsd con il 15,4%. Nella fascia dai 3 ai 5 anni la percentuale si riduce drasticamente fino ad un 2,5% di casi di Ptsd, senza altri disturbi rilevati. La ricerca si può vantare di essere prima nel suo genere, sia per la giovane età che per la vastità del campione di individui analizzato. I numeri parlano di 1750 minorenni, di cui 550 dai 3 ai 5 anni, e i restanti fino ai 14, tutti aquilani o abruzzesi. Del campione totale ne sono stati selezionati i 320 più a rischio, grazie ai questionari compilati dai pediatri di famiglia, sottoposti ad ulteriori accertamenti di tipo neuropsichiatrico. Gli esperti, chiaramente, evidenziano come i disturbi variano secondo la vicinanza maggiore o minore dall'epicentro del sisma e secondo l'età del bambino. Nei casi dei bambini più piccoli la spiegazione starebbe in una maggiore protezione familiare e in un minore sviluppo del sistema nervoso centrale al momento del terremoto. Stefano Vicari, responsabile della neuropsichiatria infantile del nosocomio pediatrico di Roma ha dichiarato che "la psicopatologia che segue una catastrofe è stata sottovalutata e sottostimata nella popolazione pediatrica. Ora, con questo studio possiamo dire che il problema c'è". Continua, poi, spiegando quali possono essere i rischi e le conseguenze di un trauma del genere sui bambini dicendo che "ansia e Ptds limitano la qualità della vita del bambino, il suo presente. L'assenza di interventi mirati, psicosociali o anche farmacologici, può alterare la sua felicità personale futura e nel tempo portare a comportamenti antisociali. L'intervento terapeutico, peraltro, è stato parte integrante del nostro studio in Abruzzo". Dal progetto "Rainbow", intanto, ha preso avvio l'iniziativa che vede un gruppo internazionale impegnato in questa causa che ha già potuto fare esperienza sul campo dopo il terremoto avvenuto in Cile. |
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