Il 15 marzo ha perso la vita un bimbo di soli 8 mesi, Alessandro Mathas. Oggi si è conclusa l'udienza del processo dove era imputato Giovanni Antonio Rasero, il compagno occasionale della madre del povero bimbo ucciso a Genova nel 2010. Secondo l'accusa il piccolo è morto di sera, nell'ora e mezza in cui la madre si era allontanata dal residence dove stava con il compagno, per andare a procurarsi la cocaina.

Lui, in preda a una crisi di astinenza, probabilmente in seguito al pianto del bambino, lo avrebbe seviziato procurandogli bruciature di sigaretta sul corpicino dopo averlo ucciso e rimesso sul divano dove stava in precedenza. La madre ventiseienne, Katerina Mathas, una volta tornata non si sarebbe neanche preoccupata di controllare il bimbo, presa dalla cocaina.

Solo la mattina successiva si sarebbe accorta della morte del figlio e solo a quel punto è andata in ospedale dove hanno accertato la morte risalente alla notte precedente. La sentenza ha dichiarato colpevole l'uomo e condannato a 26 anni di carcere per delitto volontario in concorso con la madre del bambino.

Le accuse si basano principalmente sul DNA ritrovato sul piedino del piccolo, in prossimità di un morso dato da Rasero di cui lo stesso autore aveva confessato la colpevolezza con i propri familiari, senza sapere di essere intercettato.

Dopo 8 ore di camera di consiglio, la sentenza ha dato la condanna di reclusione a 26 anni a Rasero e contestualmente sono stati inviati gli atti alla Procura perché anche la mamma del povero Alessandro venga indagata per l'omicidio volontario di Alessandro. L'accusa al momento era solo legata all'abbandono di minore con conseguente morte.

Secondo diverse testimonianze il piccolo infatti subiva violenze già nei giorni precedenti, ed è impossibile che la madre ne fosse all'oscuro.