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Sclerosi multipla infantile: a rischio le abilità cognitive |
Bambini - Articoli |
Scritto da Angela Messina Giovedì 30 Settembre 2010 14:36 |
Secondo uno studio dell'Università di Firenze, guidato da Maria Pia Amato e pubblicato sulla rivista Neurology, la sclerosi multipla infantile colpisce maggiormente le funzioni cognitive rispetto alle funzioni motorie.
I ricercatori hanno preso in esame un gruppo di ragazzi malati di sclerosi multipla e li hanno coinvolti attraverso delle prove volte a valutare memoria, attenzione, concentrazione, funzioni esecutive e linguaggio. La performance cognitiva dei pazienti è stata poi confrontata con con quella di soggetti sani. Gli esperti hanno notato che i bambini affetti presentano spesso un quoziente di intelligenza inferiore rispetto alla media dei coetanei. Hanno inoltre problemi dell’apprendimento, difficoltà a memorizzare le informazioni e disturbi del linguaggio. Per giungere a questa conclusione gli esperti hanno esaminato per 2 anni 63 ragazzi vittime di sclerosi multipla. Ebbene, prendendo come campione di riferimento un gruppo di coetanei sani, è stato notato che le abilità motorie sono rimaste pressoché inalterate, si è riscontrato un incremento non trascurabile della disabilità cognitiva, che ha coinvolto oltre il 70% dei pazienti presi in esame. I risultati della ricerca dimostrano l'importanza di una valutazione sistematica dei problemi cognitivi e psicosociali in bambini e ragazzi affetti da Sclerosi multipla e aprono la strada allo sviluppo di nuove strategie terapeutiche. Come spiega Maria Pia Amato, il cervello dei ragazzi però sembra essere dotato di una maggiore plasticità, e quindi di maggiori capacità di adattamento e recupero. Questo farebbe supporre la possibilità di maggior successo delle strategie terapeutiche, sia di tipo riabilitativo che farmacologico. Tra queste nuove terapie ne spunta una scoperta da un gruppo di studiosi dell’University Hospital di Basilea in Svizzera: la “mindfulness meditation“, cioè la meditazione da attenzione consapevole, incentrata sulla consapevolezza e l’attenzione. In particolare la mindfulness si è dimostrata utile nella terapia della depressione, nelle nevrosi e nella terapia del dolore. Questo tipo di meditazione svincola la propria mente dalle abituali fonti di stress e di sofferenza emotiva e consente di focalizzare la propria consapevolezza sull’esperienza presente, sulle sensazioni, le emozioni, i pensieri, la salute e le proprie abitudini di vita: permette alle persone di lavorare su di sé, divenendo di volta in volta più consapevoli dei problemi del loro corpo o della loro mente. Un metodo senza dubbio straordinaria che stando a quanto pervenuto sembra avere dei risultati altrettanto soddisfacenti. Gli esperti lo hanno sperimentato su 150 pazienti con sclerosi multipla recidivante remittente o sclerosi multipla secondaria progressiva. Risultato? I pazienti sottoposti a questo trattamento hanno migliorato la qualità della vita e visto ridurre la stanchezza e i sintomi della depressione dopo il corso, anche a distanza di sei mesi dall'inizio della terapia, rispetto ai loro colleghi che hanno ricevuto solo l'assistenza medica standard. Fonte: IAMM |
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