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Gardaland: negato l’accesso ad una bimba Down |
Bambini - Articoli |
Scritto da Maria Ida Longo Mercoledì 01 Settembre 2010 18:20 |
Il Coordown, ovvero il Coordinamento che raggruppa le principali associazioni che tutelano le persone con sindrome di Down e i loro familiari, minaccia azioni legali contro il parco divertimenti Gardaland, dopo che ad una bimba con la sindrome di Down è stato negato l’accesso alla giostra motorotaia panoramica. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, in quanto sono numerose nel parco divertimenti su citato, le giostre alle quali l’accesso è vietato alle persone con sindrome di Down, dagli addetti della sicurezza del parco, in virtù dei tratti somatici. Così, questa nuova vicenda segna definitivamente la chiusura delle trattative avviate nei mesi scorsi, da parte del Coordown con il direttore generale di Gardaland: trattative che, avrebbero voluto trovare una soluzione per salvaguardare la sicurezza del parco e rispettare la dignità di tante persone con la sindrome di Down che si recano al parco divertimenti per una giornata di svago.
Purtroppo però a distanza di 3 mesi, le proposte fatte al direttore del parco divertimenti non hanno avuto mai risposta, anzi al contrario, gli episodi discriminativi continuano. Il Coordown tiene a precisare che, in altri parchi divertimenti simili nulla di ciò avviene, ma sconsigliano solo alcune giostre altamente adrenaliniche che potrebbero disturbare in qualche modo le persone Down. Inoltre le dichiarazioni da parte del Coordinamento continuano, ribadendo che, è diritto di tutti vivere in una società dove i servizi aperti al pubblico non devono chiudere l'accesso ad una persona basandosi esclusivamente sui tratti somatici e questo divieto nasce da una generalizzazione irrispettosa dell'individualità delle persone e delle loro singole capacità e possibilità. Infine il Coordown ricorda che, nella sindrome di Down ogni caso è diverso, le singole capacità della persona possono variare da soggetto a soggetto e che, né il ritardo mentale, né il rischio cardiologico, né il deficit motorio risultano appropriati per impedire l'accesso alle persone down in quanto tali: il paragone con persone in carrozzina o con arti ingessati è inappropriato, questo perché le persone down non hanno alcun deficit motorio. Fonte: ANSA |
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